La Storia di un Pianeta
© 2005-2006 cieliparalleli.com
25 Novembre 2006, Mercoledì
Traduzione di Zoe Bless,
estratti da: www.blavatsky.net/portuguese
LA STORIA DI UN PIANETA
di H. P. Blavatsky
Lucifer, settembre 1887.
LA STORIA DI UN PIANETA
Nessuna stella, tra miriadi che scintillano nel cielo scuro dello spazio
siderale, brilla tanto quanto il pianeta Venere – nemmeno lo stesso
Sirio-Sothis, la stella-cane, amata da Iside. Venere è la regina dei
pianeti, la pietra preziosa della corona del nostro sistema solare.
E’ l’ispirazione del poeta, guardia e compagna del cane pastore
solitario, l’incantatrice stella del mattino e la stella vespertina.
Poiché, “stelle insegnano, tanto quanto brillano”,
Sebbene i suoi segreti ancora non sono stati raccontati e rivelati alla
maggior parte degli uomini, inclusi gli astronomi. Sono realmente
“bellezza e mistero”, Di più “dove
c’è mistero, si suppone debba esserci lo stesso male”,
di Byron. Il male, pertanto, fu dichiarato dalla fantasia umana incline al
male, fin lo stesso negli occhi luminosi che esprimono il nostro perverso
attraverso il velo dell’etere. In questa forma, così come
uomini e donne entrarono in esistenza lo stesso stelle e pianeti diffamati.
Con molta frequenza, la reputazione e sorte di un uomo o di un gruppo sono
sacrificati per beneficiare altri uomini o gruppo. Così come in
terra, sotto, è nel cielo, sopra, e Venere il pianeta-fratello della
nostra Terra,1 fu sacrificato per l’ambizione del nostro piccolo
globo per mostrare questo come il pianeta “scelto” dal Signore.
Lei divenne il capro espiatorio, Azaziel della volta stellata, dei
peccati della terra il meglio per quelli che appartengono ad una certa
classe della famiglia umana – il clero – che calunniò un
orbe brillante al fine di provare quello che la propria ambizione gli
suggeriva come il miglior mezzo di conquistato potere ed esercitarlo
risolutamente sopra le masse superstiziose e ignare.
Questo accadde durante il Medio Evo. E adesso il peccato si volge alla
menzogna nel credo dei cristiani e i loro ispiratori, gli scienziati, a
giudicare dell’errore esser stato con successo elevato alla sublime
posizione di un dogma religioso, come lo furono tante altre finzioni e
invenzioni.
Di fatto, tutto il mondo siderale, i pianeti e i lo reggenti – gli
dei antichi del paganesimo poetico – il sole, la luna, gli elementi e
tutto l’ospizio dei mondi incalcolabili – per lo meno quelli
che erano conosciuti dai paesi della Chiesa – subirono la stessa
sorte. Tutti furono diffamati e indemoniati dall’insaziabile
desiderio di provare un insignificante sistema teologico – costruito
a partire da antichi materiali pagani -- come essendo l’unico
corretto e sacro, stando tutti quelli che lo precedettero o seguirono
completamente errati. Noi propendiamo per credere che il sole le stelle e
il proprio aere diventarono puri e "remessi" del peccato originale e
dell'elemento satanico del paganesimo solamente dopo l’anno I d.C. La
scolastica e gli scolari, il cui spirito “disdegna una investigazione
laboriosa e una dedizione indolente , mostrarono, per la soddisfazione
dell’infallibile Chiesa , che tutto il Cosmo si trovava sotto il
potere di Satana – un cencioso elogio a Dio – prima
dell’anno della natività; e i cristiani dovettero credere o
esser condannati. Altrettanto , mai il sufismo o il causalismo si
mostrarono in forma talmente evidente , nella loro vera luce come con le
questioni dell’ex satanismo e, più tardi, nella redenzione dei
vari corpi celesti . La povera e bella Venere assunse il peggio in questa
guerra detta divina di prove , ed in forma più intensa che in
qualsiasi altro dei suoi colleghi siderali. In quanto alla storia degli
altri sei pianeti e la loro graduale trasformazione di dei greci-ariani in
termini semitici e, finalmente, in “attributi divini dei sette
occhi del Signore”, è conosciuta solamente dalle persone
educate, la Venere-Lucifero diventò una storia domestica allo stesso
modo anche nei paesi cattolici romani più illetterati.
Questa storia deve essere ancora raccontata in favore di quelli che
trascurarono la sua mitologia astrale.
Venere, caratterizzata da Pitagora come altèr sol, un secondo
Sole, in virtù della sua magnifica radianza – non uguagliata
da nessun altro pianeta -- fu la prima a chiamare l’attenzione degli
antichi teogonisti. Prima di cominciare ad essere chiamata Venere, era
conosciuta nella teogonia pre-esiodiana come Eòsforo (o
Fòsforo) e Hèspero, la figlia dell’aurora e del
crepuscolo. In Esiodo, al di là di questo, il pianeta e suddiviso in
due esseri divini, due fratelli – Eòsforo (Lucifero dei
latini) la mattina, e Hèspero, la stella vespertina. Sono figli di
Astreo ed Eros, il cielo stellato e l’aurora, e lo stesso
Cèfalo ed Eos (Teog: 381, Hyg. Poet. Astron. 11, 42).
Preller, citato da Decharme, mostra Faetonte identico a Fòsforo o
Lucifero (Grech. Mythol: I, 365) E, invocando
l’autorità di Esiodo, lo stesso trasforma Faetonte in
figlio delle due ultime divinità – Cèfalo e
Eos.
Ora Faetonte o Fòsforo, l”orbe luminosa della mattina”,
è portato a forza in gioventù da Afrodite (Venere) che fa di
lui il guardiano notturno del suo santuario, (Teog: 987991). Lei
è la “brillante stella della mattina” (vedere
Apocalisse di Giovanni, XXI,16) amato per la sua luce radiante dalla
Dea dell’Alba, Aurora, che a giudicare dal graduale eclissarsi della
luce del suo amato , sembra così causare la sua annichilazione , lo
fa riapparire alla notte nell’orizzonte , dove lei tiene conto dei
portoni del cielo. Di mattina , Fòsforo “sorgendo dalle acque
dell’Oceano, eleva al cielo la sua sacra testa per annunciare
l’approssimarsi della luce divina “ (Iliade, XXII. 317;
Odissea: XIII, 93; Virgilio: Eneide, VIII, 589; Mythol. de
la Grèce Antique, Decharme).
Fino a qui non sembra vi sia una possibile analogia conciliatoria
tra questa personificazione poetica della stella, un mito puramente
astronomico, e il Satanismo della teologia Cristiana. Di fatto,
l’intima connessione tra il pianeta in quanto Hèspero, la
stella vespertina, e il Giardino dell’Eden greco col suo Drago e
mazze d’oro possa, con una certa immaginazione, suggerire alcune
dolorose comparazioni con il terzo capitolo della Grnesi. Di più
questo è insufficiente per giustificare una costruzione di un muro
teologico di difesa contro il paganesimo, fatto di diffamazione e male
interpretazione.
Ma di tutti gli evemerismi greci, Lucifero-Eòsforo è,
talvolta, il più complicato. Il pianeta diventò con i latini,
Venere o Afrodite-Anadiomene, la Dea nata dalla spuma, la
“Madre Divina”, identica all’Astartèia fenicia o
all’Astarot ebrea. Erano tutte chiamate “Stelle
della Mattina” e Vergini del Mare (da lì Maria), il grande
Abisso, titoli dati oggi dalla Chiesa Romana alla sua Vergine Maria. Tutti
sono legati alla luna nella fase crescente, al Drago e al pianeta Venere,
una volta in cui la madre di Cristo era relazionata a tutti questi
attributi. Se i marinai fenici usavano fissare nella prua delle loro navi
l’immagine della dea Astartèia (o Afrodite Venere ericina) e
osservavano una stella vespertina e della mattina come stella guida,
“l’occhio della loro Dea madre”, lo stesso fanno i
veleggiatori della Chiesa Cattolica Romana fino ad oggi. Loro prendono una
Madonna nella prua della loro nave e la Vergine Maria benedetta è
chiamata “Vergine del Mare. La patrona accettata dai marinai
cristiani, loro stella, “Stella del Mare” eccetera sorgere
nella luna crescente. come le dee pagane antiche, è la “Regina
del Cielo” e la “Stella della Mattina”, esattamente come
loro la erigono.
Se questo spiega qualcosa, è lasciato alla sagacia del lettore
decidere. Intanto , Lucifero-Venere nulla a che vedere con
l’oscurità e tutto con la luce. Quando chiamato
Lucifero, è il “portatore di luce”, il primo
raggio radiante che distrusse l’oscurità letale della notte.
Quando chiamato Venere, il pianeta-stella diventa simbolo dell’alba,
la casta Aurora. Il professore Max Muller accerta congetture che Afrodite,
nata dal mare, è la personificazione del Raggiar del Giorno, e il
più incantato segno nella Natura (“Scienza del
Linguaggio”) poi che, prima della sua naturalizzazione dai greci,
Afrodite era la natura personificata, la vita e la luce del mondo pagano,
come prova la bella invocazione a Venere di Lucrezio, citata da Decharme.
Lei è la divina Natura nella sua interezza, Aditi-Prakriti
prima di diventare Laksmi. E’ la natura davanti alla cui volto
maestoso e bello “i venti superano, il silenzioso cielo dirama
torrenti di luce e le onde del mare sorridono” (Lucrezio). Quando
riferita come la dea siriana Astartèia, l’Astarot di
Hieropolis, il radiante pianeta fu personificato come una maestosa donna,
reggente in una delle mani una torcia, nell’altra, uno strumento
curvo a forma di croce. (Vide De la Dea Syriè, di Lucian e De
Nat. Dorum, di Cicero, 3 c. 23). Finalmente, il pianeta è
rappresentato astronomicamente come un globo equilibrato sopra la
croce – un simbolo al qual diavolo qualcuno piacerebbe
d’essere associato – in quanto il pianeta Terra è un
globo con una croce sopra a questo.
Ma, allora, queste croci non sono simbolo del Cristianesimo, ma la croce
ansata egizia, attributo di Iside (che è Afrodite, e lo stesso
Natura) o il pianeta; il fatto che la Terra abbia la croce ansata
capovolta ha un grande significato occulto, non avendo necessità nel
trattare di questo al momento.
Ora, quello che dice la Chiesa e come essa spiega la “terribile
associazione”? La Chiesa crede nel diavolo, naturalmente, e non
può darsi il lusso di perderlo. “Il Diavolo è il
principale pilastro della Chiesa” confessa spudoratamente un
difensore 2 della Ecclesia Militans. “Tutti gli gnostici
Alessandrini ci parlano della caduta degli Eoni e i loro Pleroma
(pienezza), e tutti attribuiscono questa caduta al desiderio di
conoscere”, scrive l’altro volontario dello stesso
esercito, calunniando gli gnostici come sempre, e identificando il
desiderio di conoscere o occultismo, magia, con il
Satanismo3. E intanto, immediatamente lui cita la Philosophie de
l’Histoire di Schlegel per mostrare che i sette reggenti
(pianeti) di Pimandro, “designati da Dio per contenere il mondo
fenomenale nei suoi sette circoli, persi d’amore per la loro propria
bellezza 4, passarono ad ammirare se stessi con grande intensità
che, a causa di questa auto-adulazione orgogliosa, finalmente
caddero”.
Essendo la perversità aperto cammino tra gli angeli, la più
bella creatura di Dio “si ribellò contro il suo
Creatore”. Questa creatura è nella fantasia teologica
Venere-Lucifero o meglio lo Spirito o Reggente informante di quel pianeta.
Questo insegnamento si basa nella seguente speculazione. I tre eroi
principali della grande catastrofe siderale accennata in Apocalisse
sono, secondo le testimonianze dei padri della Chiesa – “il
Verbo, Lucifero suo usurpatore (vedere l’editoriale) e il grande
Arcangelo che lo conquistò”, i cui “palazzi” (le
“case” come denominate dall’astrologia) sono il Sole,
Venere-Lucifero e Mercurio. Questo è sufficientemente evidente , una
volta che la posizione di queste orbite nel sistema Solare corrisponde nel
suo ordine gerarchico a due “eroi” nel capitolo XII
dell’Apocalisse “loro nomi e destini (?) essendo
intimamente relativi nel sistema teologico (exoterico) con questi tre
grandi nomi metafisici”. (Memoir, Mirville,
dall’Accademia di Francia, sopra colpe dello Spirito e
Demonio).
Il risultato di questo fu che la leggenda teologica portò
Venere-Lucifero alla sfera e al dominio del caduto Arcangelo o Satana
davanti alla sua apostasia. Convocati a riconciliare questa affermazione
con un altro fatto, da qui la metafora della “stella della
mattina” è applicata a Gesù e sua Vergine madre e che
il pianeta Venere-Lucifero è incluso, al di la di questo, tra le
“stelle” dei sette spiriti planetari riveriti dai Cattolici
Romani 5 sotto nuovi nomi, i difensori dei dogmi e credenze latine
rispondono nel seguente modo:
“Lucifero, il geloso vicino del Sole (Cristo) disse a se stesso con
grande orgoglio : “Io salirò tanto alto quanto lui!” Lui
fu frustrato nel suo piano da Mercurio, ancora il brillare di questo (che
è San Michele) lo stesso si era perso nel fuoco folgorante della
grande orbita Solare come il suo proprio e ancora, come Lucifero, Mercurio
sarebbe soltanto assessore e guarda l’onore del Sole”.
(Ibid.)
Guardato di “disonore” adesso, nel caso gli insegnamenti
teologici cristiani furono veri. Ma qui entra lo zoccolo difeso dei
Gesuiti. Gli ardenti difensori della Demonolatria Cattolica Romana, allo
stesso tempo adoratori dei sette spiriti planetari, fingendo grande
spavento durante le coincidenze tra antiche leggende pagane cristiane, tra
fiabe su Mercurio e Venere e alle verità storiche raccontate
su San Michele – l ”angelo della faccia” --, la copia
terrestre o fervore di Cristo. Lui lo indica dicendo :
…come Mercurio, l’Arcangelo Michele, è l’amico
del Sole, il suo fervore, il suo Mitra, talvolta, dopo Michele
è un genio psicopompo, che innalza le anime separate fino
alle sue designate case e, come Mitra, è il conosciuto avversario
dei demoni.
Questo è dimostrato dal libro dei nabatei recentemente
scoperto (da Chwolson), nel quale Mitra zoroastriano è chiamato il
“grande nemico del pianeta Venere” 6 (Ibid p. 160.)
C’è qualcosa in questo. Una candida confessione, questa volta,
di perfetta identità dei personaggi celestiali prese in prestito da
tutte le fonti pagane . è curioso, se non sfacciato . In quanto
nelle più antiche allegorie masdaitiche Mitra conquista il pianeta
venere, nella tradizione cristiana Michele sconfigge Lucifero, e ambedue
ricevono, come spoglie di guerra, il pianeta della deità
soggiogata.
Mitra (dice Dollinger), possedeva in giorni anteriori, la stella di
Mercurio, situata tra il sole e la luna, ma ricevette il pianeta della
conquista, e dopo la sua vittoria lui è identificato con
Venere”. (“Judaisme and Paganisme,” Vol. II., p.
109. Trad. franc.)
“Nella tradizione cristiana”, s’accresce l’erudito
marchese, “a San Michele è conferito, nel Celo, il trono e
il palazzo del nemico che soggiogò. Al di là di questo,
come Mercurio, durante i prosperi giorni del paganesimo, che lo
trasformarono in sacro per questo dio (demonio) tutti i promontori della
terra, l’Arcangelo è il patrono dello stesso nella nostra
religione”.
Questo significa, se ciò significa qualcosa, che adesso per lo meno
Lucifero-Venere è un pianeta sacro e non sinonimo di Satana, giacche
San Michele diventò il suo erede legale.
Le considerazioni antecedenti sono concluse con la seguente fredda
riflessione:
“E’ evidente che il paganesimo utilizzò prima, e
in forma meravigliosa, tutti i ricorsi e caratteristiche del principe
della faccia del Signore (Michele) nell’applicarle a questo
Mercurio, all’Hermes-Anubis egizio e
all’Hermes-Cristo degli Gnostici. Ognuno di questi fu
rappresentato come primo fra i consiglieri divini e gli dei più
prossimi al sole, quis ut Deus”.
Questo titolo, con tutti i suoi attributi, divennero quelli di Michele. I
buoni Padri, i Maestri Massoni del tempio della Chiesa del Cristianesimo,
realmente sapevano come utilizzare materiale pagano nei loro nuovi
dogmi.
Il fatto è che basta esaminare certi cartigli egiziani,
citati da Rossellini (Egypte, Vol. I., p. 289), per scoprire che
Mercurio (la replica di Sirio nel nostro sistema solare) è Sothis,
preceduto dalla parola “sole” e “solis custode,
sostegnon dei dominanti, il forte grande dei vigilanti”,
“sentinella del sole, sostegno dei dominanti e il più forte di
tutti i vigilanti”. Tutti questi titoli e attributi sono adesso
dell’Arcangelo Michele, che è l’erede dei demoni
del paganesimo.
Al di là di questo, viaggiatori in Roma possono testimoniare la
meravigliosa presenza nella statua di Mitra, in Vaticano dei simboli
cristiani più conosciuti. I mistici si vanagloriano di questo. Essi
identificano “nella testa del leone e nelle ali dell’aquila, il
simbolo del coraggioso Serafino, il maestro dello spazio (Michele); nel suo
caduceo, la lancia; nei due serpenti arrotolati intorno al corpo, la lotta
fra i principi del bene e del male e, soprattutto, nelle due chiavi che
mitra impugna, come San Pietro, le chiavi con cui questo patrono Serafino
in ultimo apre e chiude i portoni del Cielo, astra cludit et
recludit.” (Mem. p. 162.)
Riassumendo, quello che fu detto sopra mostra che il romanzo teologico di
Lucifero fu costruito come base nei vari miti e allegorie del mondo pagano,
non trattandosi di dogma rivelato, più semplicemente di un
dogma inventato per sostenere la superstizione. Mercurio essendo uno degli
assessori del Sole o il cinocèfalo degli egizi e il
cane-guida del Sole. Letteralmente, l’altro era
Eosfèro, il più brillante dei pianeti, “< qui
mane oriebaris”, che si alza presto, o il greco. Fu identificato
con Amon-Ra, il portatore di luce dell’Egitto, chiamato da tutte le
nazioni come “la seconda nascita della luce” (la prima
essendo di Mercurio), l’inizio delle sue (del Sole) forme di
sapienza, l’Arcangelo Michele essendo lo stesso riferito come
principium viarum Domini.
Così, una personificazione puramente astronomica , costruita a
partire da un significato occulto che nessuno fino a qui sembra aver
risolto fuori dalla sapienza orientale, diventando adesso un dogma, parte
integrale della rivelazione cristiana. Una sinistra trasferimento di
personaggio non sarebbe adeguata al lavoro di persone che nel raziocinare
non accetterebbero in uno o stesso gruppo trinitario il “Verbo”
o Gesù, Dio e Michele (con la Vergine occasionalmente completandolo)
da un lato, e Mitra, Satana e Apollo-Abbazio dall’altro: tutto al
capriccio e sapore degli Scolastici Cattolici Romani. Se Mercurio e Venere
(Lucifero) sono (astronomicamente nella loro rivoluzione in torno al Sole)
i simboli di Dio Padre, Figlio e del suo Vicario, Michele, il
“Drago-Conquistatore”, nella leggenda cristiana, perché
dovrebbero essere chiamati come Apollo-Abbazio, il “Re
dell’Abisso”, Lucifero, Satana o Venere – diventando
immediatamente diavoli e demoni? Se ci è detto che i
“conquistatori” o “Mercurio-Sole” o nuovamente San
Michele dell’Apocalisse, furono date le spoglie
dell’angelo conquistato, nel sapere, il suo pianeta, perché
dovrebbe l’obbrobrio continuare ad essere associato ad una
costellazione tanto pura? Lucifero è adesso l’”Angelo
della Faccia del Signore” 7 perché “questa faccia
è sparsa in lui”. Pensiamo, al contrario, che è
perché il Sole riflette i suoi raggi in Mercurio con
intensità sette volte maggiore di come fa sulla Terra e due volte in
Lucifero-Venere: il simbolo cristiano prova nuovamente la sua origine
astronomica : Ma sarebbe per l’aspetto astronomico, mistico o
simbolico, Lucifero è tanto buono quanto qualsiasi altro pianeta ;
Presentando come prova del suo carattere demoniaco e identità con
Satana una configurazione di Venere che, nella sua fase crescente , ha
l’apparenza d’un corno tagliato non fa meno senso. Ma
relazionare questo coi corni del “Drago Mistico”
dell’Apocalisse – “ Uno dei quali fu rotto” 8 --
come i due demonologhi francesi, il Marchese Mirville e il Cavaliere
Mosseaux, difensori della Chiesa militante, chiedendo che i loro lettori
credano nella seconda metà del nostro presente secolo –
è semplicemente un insulto al pubblico.
Al di là di questo, il Diavolo non fu dotato di corna se non nel
quarto secolo dell’era cristiana. E’ un’invenzione
puramente patristica che sorse dal suo desiderio di relazionare il Dio
Padre e i pagani Fauno e Sàtiro ad una leggenda satanica. I demoni
del Paganesimo non hanno corna ed erano tanto sprovvisti di coda quanto
l’Arcangelo Michele nell’immaginazione dei suoi adoratori. I
“corni di capra di Ammone, di Bacco e di Mosè nelle monete
antiche, e i corni di vacca di Iside e Diana eccetera, eccetera, e del
Signore Dio dei Profeti di Israele. Poiché Abacuc fornisce prove che
questo simbolismo era accettato dal “popolo prescelto” e dai
gentili. Nel capitolo III questo profeta parla del “Santo del monte
Para, del Signore Dio che “proviene dal Timore e il cui splendore
è come la luce“, e che possiede “corna che escono
dalle sue mani”.
Quando letto, al di là di questo, il testo ebreo di Isaia e si scopre
che Lucifero non è nominato in tutto il Capitolo XIV., v. 12, ma
semplicemente Hilel, “una stella brillante”,
difficilmente possiamo non domandarci perché persone educate
ancora sono ignoranti o sufficienti alla fine del nostro secolo per
associare un radiante pianeta – o qualche altra cosa nella natura
– al DIAVOLO! 9.
H.P.B.
Lucifer, settembre 1887
1 “Venere è una seconda Terra”, afferma Reynaud in
Terre et Ciel (p. 74). “tanto che lì vi sono tutte le
comunicazioni possibili tra i due pianeti, i loro abitanti possono prendere
le loro rispettive terre da i due emisferi dello stesso mondo,… Loro
sembrano nel cielo due fratelli. Assomiglianti in conformazione,
questi due mondi sono lo stesso assomiglianti ai caratteri attribuiti a
loro nell’Universo”.
2 Così parlò Mosseaux. “Moeurs et Pratiques des
Demons.” P. X – corroborato dal Cardinal Ventura. Il Diavolo,
dice lui, “è uno dei grandi personaggi la cui vita è
intimamente legata alla Chiesa; e senza lui… la caduta
dell’uomo non sarebbe potuta accadere. Non fu per lui (il Diavolo),
il Salvatore, o Redentore, il Crocifisso non sarebbe che un ridicolo
tornaconto e la Croce un insulto al buon senso”. E se è
così fosse, avremo gradito il povero Diavolo.
3 Mirville. “Nessun Diavolo ne Cristo”, lui esclama:
4 Esiste solo un’altra versione di Narciso, la vittima greca della
sua propria bella apparenza.
5 Il famoso tempio dedicato ai Sette Angeli a Roma è costruito da
Michelangelo nel 1561, ancorà si trova là, ed è
chiamato LA “Chiesa di Santa Maria degli Angeli”. Nei messali
antichi romani stampati nel 1563 – in uno dei due che può
essere visto nel Palazzo Barberini – si può trovare il
servizio religioso (ufficio) dei sette angeli e loro antichi
occulti nomi. Che gli “angeli” sono i Rettori pagani sotto
differenti nomi – avendo i giudei sostituito i nomi greci e latini
– dei sette pianeti è provato da ciò che il Papa Pio V
affermò nella sua Bolla al Clero Spagnolo, permettendo e
incentivando l’adorazione dei sette spiriti delle stelle. “Non
si può esaltare sufficientemente questi sette rettori del
mondo, rappresentati dai sette pianeti, una volta in cui è
confortante per il nostro secolo testimoniare per grazia di Dio il culto di
queste sette luci ardenti e di queste sette stelle
riassumendo tutto il loro lustro nella repubblica cristiana”. (Les
Sept Esprits et l’Histoire de leur Culte; Mirville, seconda
dissertazione all’accademia. Vol. II.. p. 358.)
6 Erodoto mostrando l’identità di Mitra e Venere, la frase nel
Nabathean Agriculture fu evidentemente mal interpretata.
7 “Tanto nella teologia biblica quanto nella pagana”, afferma
Mirville, “il Sole ha il suo dioil suo difensore, e il suo usurpatore
sacrilego, in altre parole, il suo Ormuzd, il suo pianeta Mercurio (Mitra)
e il suo Lucifero, Venere (o Ahrimane), presi dal loro antico maestro e
adesso dato al suo conquistatore”. (P. 164.) Pertanto,
Lucifero-Venere è adesso santo.
8 Nell’Apocalisse non ci sono “corna rotte”, ma
è detto semplicemente nel Capitolo XIII, 3, che Giovanni vide
“una delle sue teste come colpita a morte”. Giovanni nulla
conosceva della sua generazione di un diavolo “senza
corna”.
9 Le parole letterali usate e la sua tradizione sono: “Aik
Naphelta Mi-Shamayim Hillel Ben-Shachar Negdangta La-Aretz Cholesh
El-Goum” o “Come può cadere dal cielo, Hilel, Figlio
della Mattina, come può essere lanciato a terra, tu che abbattesti
le nazioni”. Qui la parola, tradotta “Lucifero”, è
Hilel, il suo significato è “brillare risplendente o
glorioso”. Lo stesso è verità che dovuto ad un
bisticcio, al quale si prestano facilmente le parole ebraiche, o verbo
hillel può essere assunto il significato di “howl”
(piovere), da lì, per una facile derivazione, hillel può
essere trasformato in “howler” (ululatore) o diavolo, una
creatura che, altrettanto, raramente si ode, qualche volta,
”ululare”. Nel suo Lessico Ebraico e Inglese, Art. John
Parkhurst afferma: “La tradizione siriaca di questo passaggio
‘to howl’ (ululare). Pertanto, dice Michaelis, io traduco,
‘Howl, Figlio della Mattina, questo sei tu giudeo, lo stesso puoi
esser chiamato “howler” (ululatore) e legato al diavolo!
© 2005 - 2006 Grafica e layout sono di esclusiva proprietà di cieliparalleli.com