Scribi
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18 Novembre 2008
Inserito da Lorella Binaghi Spedisci E-Mail
Anche quest’articolo a mio giudizio merita d'essere trasportato e
inciso! Fra quelli, letti sul blog di Fabio Piselli quello che propongo
è stato estratto anche perché adoro quella statua mostrata
nella foto del suo pezzo, è l'effige di uno scriba
indimenticabile.
Il giorno 11 Novembre 2008 io ho posto l'icona di Giordano Bruno sulla mia
home e dopo cinque giorni ho conosciuto un eretico italiano assai
interessante: Fabio Piselli. Il profilo psicologico di Fabio ed il suo
lavoro come scrittore sono stimabili sul suo blog.
Lorella Binaghi
Diario di Fabio Piselli
http://www.fabiopiselli.blogspot.com/
http://www.fabiopiselli.blogspot.com/
Giordano Bruno, scriba, 1548 – 1600. Statua eseguita da Ettore
Ferrari, fu posta dal 1887 in Canpo dei Fiori a Roma.
domenica 9 novembre 2008
247_ gli insospettabili assassini, i sospettati assassinati e l'andazzo
all'italiana...
Francesco Narducci era un giovane medico di buona famiglia, figlio e
fratello di altri medici, ben inseriti nel tessuto sociale perugino. Voci
di popolo lo indicavano come un personaggio in qualche modo legato ai
delitti del c.d. mostro di Firenze, forse per una casa che aveva in
Toscana, forse per qualche amicizia con alcuni imputati per quei delitti,
forse perchè come accade spesso i segreti sono labili e la gente
parla, dicendo anche cose che coi segreti poco c'entrano, creando
così pregiudizi, timbri sociali, mischiando in questo modo presunte
verità a verosimilità, oltre che le classiche
pseudologie.
Era un insospettabile, finito con l'essere sospettato proprio per quei
viaggi in Toscana, con una grande capacità di eludere i numerosi
posti di blocco a ridosso degli omicidi, come se sapesse dove e quando
incontrarli, come se qualcuno lo informasse dall'interno, capace
così di non essere mai fermato e controllato, almeno nel modo
classico, mentre, forse, qualche bravo operatore di polizia o dei
carabinieri ha segnalato comunque il passaggio della sua auto dai luoghi
considerati d'interesse. E' morto, forse suicida, forse assassinato.
Altri, molti altri, sono gli insospettabili identificati come presunti
responsabili, a vario titolo, dei tentativi di inquinare le cause della
morte di Narducci; persone di elevato spessore sociale, istituzionale,
giuridico, degli insospettabili. Oltre le mille ipotesi una cosa appare
certa dalla lettura delle carte e dalla mia piccola esperienza in questa
indagine, alcuni insospettabili hanno posto in essere dei comportamenti
"sospetti", che, anche laddove del tutto estranei alle accuse, evienziano
che l'andazzo è comune, che l'ammanigliamento, i reciproci favori,
le coperture sono reali, frequenti, costanti all'interno di quella sorta di
casta, formata appunto da soggetti che dovrebbero offrire tutte le garanzie
di affidabilità e lealtà, che invece si comportano come
piccoli usurpatori del ruolo pubblico ricoperto, acquisito con la vincita
di un concorso e violato in forza della strumentalizzazione che ne hanno
fatto, e ne fanno, per garantire e garantirsi reciproci favori, che con la
tutela della collettività nulla c'entrano. Questo è il
crimine sicuramente evidente in tutta l'intricata faccenda della morte di
Narducci e dei delitti del mostro di Firenze.
Soffermarci sull'ipotesi che questi abbiano posto in essere un simile
comportamento solo per quello specifico caso è una utopia.
Purtroppo, invece, è l'andazzo generale, che ha caratterizzato molte
inchieste e condizionato molti fatti gravi che hanno segnato la nostra
storia democratica. Questo è ciò che dovremmo cambiare,
interdire, interrompere, perchè è una delle ragioni per le
quali numerose verità sono ancora segrete, non trovate, non cercate,
occultate.
Quando ho deciso di denunciare quel che stava accadendo, nel corso delle
intercettazioni alle quali ho partecipato relative l'indagine Narducci, ho
scelto di non permettere che "un amico degli amici" che ricopriva
un'importante carica pubblica potesse inquinare l'inchiesta, favorendo un
proprio compare, fratello, complice o collega che fosse. Mi sono
così messo contro dei soggetti molto pericolosi proprio per il ruolo
pubblico ricoperto, cosciente del rischio, ma anche del fatto che non sono
invincibili o potenti, hanno solo potere, che proviene soprattutto dalle
collusioni dei sudditi, di coloro che non sanno ribellarsi o che chiudendo
un occhio sperano di acquisire così dei vantaggi. Ho scelto di non
essere suddito, di non essere colluso, non tanto con degli assassini di
coppiette, quanto con degli operatori infedeli delle istituzioni, che, con
la loro infedele opera, hanno favorito anche gli assassini o l'assassino di
quei giovani uccisi in modo terribile.
Recentemente c'è un risveglio di bandiere al vento, inni nazionali,
propaganda, patria, uniformi, mi auguro che vi sia anche la volontà
e la capacità di cacciare via i molti, troppi, uomini delle
istituzioni che dietro quella bandiera celano la propria
infedeltà.
Vorrei che questa propagandata patria fosse basata sulla trasparenza, sul
merito e non sul potere, che nasce dal ricatto...
Fabio Piselli
http://www.fabiopiselli.blogspot.com/
Immagine di Fabio Piselli, scriba italiano contemporaneo, ritratto insieme al suo amico a quattro zampe.
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