Ormai alla favola delle "missioni di pace" non crede più nessuno. Di Giancarlo Chetoni
Ormai alla favola delle "missioni di pace" non crede più nessuno. Di Giancarlo Chetoni.
26 Gennaio 2009
Inserito da Lorella Binaghi
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02.12.2008 - Le guerre segrete di Napolitano & Soci
Di Giancarlo Chetoni.
Ormai alla favola delle "missioni di pace" non crede più nessuno.
L'Italia è dentro fino al collo ad una sporca guerra contro un popolo
che agli italiani non ha fatto nulla, e per favorire l'avanzata del padrone
americano nel "cuore dell'Eurasia".
Il Generale di S.A. Camporini, nominato CSM dell'Aeronautica dal Consiglio
dei Ministri del Governo Prodi il 20 Settembre 2006, per una rotazione
prevista tra Aviazione, Marina ed Esercito, è attualmente Capo di
Stato Maggiore della Difesa e quindi ai vertici di comando delle Forze
Armate.
Il suo curriculum dice che a parte un breve periodo di frequenza a un corso
NATO, lontano negli anni, è il primo alto ufficiale del Bel Paese che
non ha certificazioni atlantiche, che non ha fatto registrare
frequentazioni imbarazzanti e - elemento di per sé significativo - non
è stato pataccato, almeno per ora, né dal Congresso né dalle
Amministrazioni USA con la "Legion of Merit", la più alta
onorificenza offerta ai militari appartenenti alla NATO.
Tra i medagliati con la "Stella di David" c'è anche il Comandante del
CG-49 W.C. Roger III°, il Capitano di Vascello, wasp,
dell'incrociatore AEGIS USS VINCENNES, che nel 1988 fece abbattere con una
coppia di missili Standard sul Golfo Persico un Airbus della compagnia di
bandiera dell'Iran facendo 290 vittime civili.
Camporini ha quindi alle spalle uno stato di servizio, almeno dal nostro
punto di vista, decente.
Naturalmente esegue gli ordini che gli impartisce il Ministero della
Difesa, e perciò lunedì 24 Novembre ha fatto partire per
l'Afghanistan, delegando l'atto formale al Generale S.A. Daniele Tei, i 4
Tornado IDS del 6° Stormo di Ghedi, come deliberato dal CdM del
Governo Berlusconi il 23 Settembre del 2008.
I Tornado IDS verranno inseriti nel dispositivo Joint Air Task Force di
Herat, anche se la destinazione iniziale dei Panavia sarà quella di
utilizzare l'aereoporto di Mazar-i-Sharif, 500 km a nord est del PRT-West
Rac a guida italiana, dove sono attualmente operativi 10 Tornado della
Germania che martellano ogni giorno obbiettivi "nemici" nel nord e nell'est
dell'Afghanistan, in attesa del completamento degli shelter corazzati in
cemento armato per la protezione passiva su Camp Arena e Camp Vianini.
I 4 Panavia Tornado dell'A.M.I. atterreranno a Mazar-i-Sharif portandosi
dietro - si afferma - un pod ottico-elettronico Rec-Lite, volando a quote
medio-alte (tra i 9.000 e gli 11.000 metri) per il rilevamento elettronico
a terra e saranno armati solo per l'autodifesa ( ?) in un teatro di guerra
dove qualche nucleo di coraggiosissimi straccioni, senza coordinamento, ha
a disposizione per contrastare delle sofisticate macchine da guerra come i
Tornado IDS, solo delle pallottole in calibro 7.62 mm che non superano il
tiro utile di 300 m.
Insomma i Panavia saranno i "nostri occhi", come titola "La Repubblica" di
De Benedetti per la difesa dei Rambo di Sarissa e di ISAF-NATO nelle
province di Bagdis, Herat e Farah, con una capacità di fuoco a terra
che supera per un solo cacciabombardiere quella di tutte i combattenti
pashtun dell'Afghanistan.
Questa almeno la spiegazione ufficiale uscita dal Comando Operativo
Interforze Centocelle che programma e organizza le "missioni di pace"
dell'Italietta "pacificata" in Africa, Medio Oriente e Asia. Un
micro-Centcom alla periferia di Roma ad imitazione della struttura di
Comando di Petraeus a Tampa, in Florida.
Alloggiato sulle aree dell'ex aeroporto Francesco Baracca, il C.O.I.
seleziona e coordina i reparti personale militare destinato ai tanti teatri
di "pace" dove poi si fa la guerra trasformando con la propaganda dei
"media" gli aggrediti in "terroristi" e gli aggressori in "esportatori di
pace e di democrazia", con il bollino blu dell'ONU, i miliardi di dollari
del FMI, della Banca Mondiale e degli Stati Donatori dell'Unione Europea
per foraggiare le guerre dei "liberatori" dell'Occidente contro gli
"oppressori" dell'Oriente.
Che l'Italia partecipi anche alle attività training, advising e
mentoring a favore dell'Afghan Border Police e dell'Afghan National Civil
Order rendendo operativo lo schieramento in teatro di militari dell'Arma
dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, deve continuare a rimanere una
notizia confinata all'ambito strettamente riservato delle cosiddette
Istituzioni e dei Palazzi del Potere.
La percezione è che tra Kabul e Roma e Roma e Kabul sia al lavoro un
efficientissimo apparato di censura capace di manipolare, mimetizzare e
sopprimere notizie che possano creare un impatto negativo su un opinione
pubblica nazionale schierata contro tutte le avventure belliche della
sfiatatissima e morente Repubblica delle Banane. Più osservatori
indipendenti vanno sostenendo concordemente che questa Task Force molto,
molto riservata faccia capo all' Ambasciatore Ettore Sequi, ricevuto in
gran pompa al Quirinale il 12 Settembre 2008 dal Capo del cosiddetto
Consiglio Supremo di Difesa.
Sequi è un diplomatico di carriera della Farnesina che rappresenta in
Afghanistan anche l'Unione Europea di Barroso e Solana, scelto da D'Alema e
confermato alla grande da Frattini, che, a quanto si sussurra in giro, ha
strutturato una catena di complicità locali e nazionali, oltre a
piazzare ONG come CESVI e INTERSOS a Kabul, capaci di annullare il diritto
di informazione e di intimidire, con l'appoggio di Polizia e Servizi
Segreti dell'Ex Presidente della UNOCAL Karzai, sia i corrispondenti locali
che qualche collaboratore occasionale di PaeceReporter.
Dopo il sequestro Mastrogiacomo e la protratta carcerazione subita dal
Direttore di Emergency Hanefi, amico e collaboratore di Gino Strada,
dall'Afghanistan arrivano con il contagocce unicamente informazioni e
notizie regolarmente manipolate.
Il resto lo fanno l'Ansa e i "media" del Bel Paese.
Nel quadro della Polizia Locale, che conta 75.000-80.000 effettivi, senza
avere nemmeno il controllo di Kabul, l'Unione Europea finanzia e pianifica
anche come EUPOL (Eulex in Kosovo è arrivata dopo) l'attività di
Politica-Sicurezza e Difesa dell'Afghanistan.
Come si vede, ormai l'attività di Bruxelles integra e completa quella
di ISAF–NATO e di ENDURING FREEDOM nel tentativo di controllare con
la forza delle armi un Paese del Centro Asia che ha centinaia di km di
linea di confine con… la Cina.
I militari di Enduring Freedom e di ISAF–NATO presenti sul terreno
del Paese delle Montagne sono ad oggi 62.000.
Dall'Iraq arriveranno nei prossimi 6 mesi 3 Brigate USA da 3.500-4.500
uomini e un Gruppo di Combattimento di Royal Marines che verrà
trasferito da Bassora, dove le truppe di Sua Maestà sono attendate
ormai da più di un anno in edifici protetti e shelter di cemento
armato dell'ex aeroporto, bersagliate, anche a livello psicologico, da
sporadici colpi di mortaio che piovono, di notte e di giorno, dalle aree
limitrofe.
Il costo giornaliero di un militare Usa o Nato presente in Afghanistan
sfiora i 2.750 dollari al giorno, quello di un combattente pashtun supera,
compresa l'alimentazione, di poco i 3.
La concentrazione del contingente italiano in Afghanistan, conti alla mano
del C.O.I., è pari a quella di 16 (sedici) militari, sotto l'egida
dell' ONU in Libano.
I soldati italiani presenti in Afghanistan sono attualmente 3.150, dispersi
su un territorio di 280.000 kmq.
Le postazioni occupate dal contingente nazionale vanno da aree prossime al
confine Tagikistan a quelle con il Waziristan del Pakistan.
In Afghanistan, distribuiti su 12 basi militari, sono schierati oltre 90
cacciabombardieri di Enduring Freedom e 37 di ISAF (Olanda, Danimarca, Gran
Bretagna e Francia, tra cui 10 Tornado IDS della Germania). Il sospetto che
questo ingentissimo schieramento di jet da combattimento sia di gran lunga
sovradimensionato rispetto alle "necessità" di disperdere o annientare
qualche nucleo e formazione a scarsa o nulla capacità di spostamento
sugli altipiani di guerriglieri pashtun - notoriamente dotati di solo
armamento individuale AK 47 e di qualche RPG-7 - diventa a questo punto
più che legittimo.
Che USA e NATO puntino a fare dell'Afghanistan una piattaforma strategica
per esercitare una progressiva pressione su Teheran è di per sé
già evidente da tempo.
In Iraq, con cui l'Iran ha una frontiera comune, sono attualmente dislocati
163.000 militari USA, mentre in Afghanistan ce ne saranno entro la fine
dell'anno 2008 oltre 45.000, e con quelli di ISAF-NATO il totale
arriverà a toccare i 75.000.
Dal momento che c'è un costante blackout nel flusso di notizie di
carattere militare da Kabul, sarà bene riportare con esattezza le
dimensioni del "nostro" attuale impegno, a partire dall'"Arma Azzurra", sul
quel terreno, una attrezzatissima task force già capace di una potenza
di fuoco e di controllo del territorio eccedente qualsiasi necessità
di difesa che con il rischiaramento dei 4 Tornado Panavia andrà ad
assumere un enorme capacità di attacco di obiettivi al suolo con il
rischio di trasformare, come uccede dal Novembre 2001 con i
cacciabombardieri di Enduring Freedom, i concentramenti di abitanti dei
villaggi in occasione di matrimoni e funerali tribali in sanguinose stragi
dall'aria di bambini, giovani, adulti e vecchi.
A Herat stazionano 3 elicotteri CH 47 da trasporto truppe, 5 elicotteri
d'attacco Mangusta A 129, 2 biturbina C 27 J cargo, 3 elicotteri da
trasporto e ricognizione AB 212 e 3 UAV Predator, di cui 2 armati con
missili Hellfire, 2 compagnie rinforzate di "fucilieri dell'aria" con
compiti di vigilanza e protezione dei perimetri esterni e interni
dell'aeroporto di Herat, piloti, copiloti, navigatori, specialisti in
manutenzione, in elettronica e sistemi d'arma, più il personale del
Centro Comando, del Reparto Controllo Remoto degli UAV, il Centro Supporto
Logistico, oltre a quadrimotori C 130 J per il trasporto materiali e
attrezzature che fanno la spola con l'aeroporto di Al Baateen, un punto
focale del dispositivo militare USA nel Golfo Persico.
Il materiale logistico trasportato a Baghdad, Kabul e Herat e di ritorno su
questo hub degli EAU dal Giugno 2003 al Giugno 2008 con i velivoli della
46° Brigata di Pisa ha superato i 14.000.000 di Kg, impegnando gli
equipaggi per più di 16.000 ore di volo.
I costi per il solo trasporto di materiale logistico in arrivo e in
partenza hanno raggiunto costi per centinaia di milioni di euro.
A Baghdad, all'aeroporto di Camp Cropper, continuano ad atterrare e
decollare i C 130 J dell'Aeronautica Militare Italiana per il trasporto del
personale e l'approvvigionamento logistico di oltre 240 militari dell'Arma
dei Carabinieri che continuano ad addestrare per la NATO i Reparti di
Polizia ed Esercito dello screditatissimo e perdente Governo di
al-Maliki.
Su Aereo-Spazio, il 19 Febbraio 2008, si dà conto inoltre che la IV
Commissione Difesa della Camera ha dato il via libera a un acquisizione di
altri 4 UAV B/Reaper capaci di imbarcare 1400 kg di carichi esterni (leggi
razzi e bombe).
L'aereporto del Forward Support Base di Herat è un complesso
integrato, irto di antenne e parabole satellitari, di radar, di stazioni di
controllo remoto per UAV, di torri di controllo, di un centro radio-faro,
di depositi protetti di carburante, di alloggi containerizzati e depositi
di logistica su un’area espansa di 1.250.000 mq, di cui 625.000 in
cemento spessorato per lati di 2.500 ml, finalizzata al decollo,
all'atterraggio e al rifornimento avio.
I soli Predator impiegati per la sorveglianza aerea e l'attacco al suolo
nella province di Farah, Herat e Bagdis hanno accumulato dal 6 Maggio 2007
a Giugno 2008 le 3.000 ore di volo. Non c'è che dire, quella di
Napolitano & Soci del Pd e del PdL è... un’operazione di
pace.
Fonte
http://www.cpeurasia.org/?read=15608
http://www.cpeurasia.org/?read=15608
Giorgio Napolitano.
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