Un Oscuro Disegno Nazionale (quel che cova sotto il Tricolore). Di Nicola Bonelli


Un Oscuro Disegno Nazionale (quel che cova sotto il Tricolore). Di Nicola Bonelli




Inserito da: Lorella Binaghi
28 Gennaio 2009
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Giro l'ottimo articolo dell'imprenditore italiano Nicola Bonelli, tratto dal suo interessante sito web www.fontamara.org
Egli pone in evidenza come nel nostro ex bel paese, un'elite di faccendieri senza scrupoli, predano risorse e cancellano il nostro futuro.

Disboscamenti selvaggi eseguiti a tappeto hanno denudato molti versanti che s'affacciano su corsi fluviali e come conseguenza, tratti boscosi depauperati hanno fatto smottare a valle volumi di terra con gran rischio alla vita degli abitanti locali, dappertutto sul suolo italiano. Si tratta di fraudolente e pericolose strategie d'Agenda 21 Local/Territorio.
30.000 scienziati vogliono querelare l'Agenda (Agenda 21) sul riscaldamento globale d'Al Gore

LB



Zone a rischio di frane provocate da piani territoriali criminosi.
http://www.protezionecivilecomuneroma.it/
Zone a rischio di frane provocate da piani territoriali criminosi.



Un Oscuro Disegno Nazionale (quel che cova sotto il Tricolore). Di Nicola Bonelli.

L’attuale politica sulla Difesa del suolo e sul governo idraulico dei fiumi – politica: fondata su incuria e abbandono; contraria ad ogni forma di prevenzione; finalizzata allo spreco del denaro pubblico nella logica dell’emergenza; sostenuta da un ambientalismo strumentale e mistificatorio; perseguita dalle lobby Tangenti & Appalti – sta oscurando l’Italia e ne sta sfasciando l’Economia e il Territorio.

Le pianure fluviali sono ad alto rischio; la Pianura Padana in primo luogo.

La funzione primaria di un fiume è quella di drenare le acque del proprio bacino idrografico. Riesce ad assolvere a questa funzione nella misura in cui è dotato di una sezione di deflusso adeguata alle proprie portate idriche. Sezione che va quindi verificata, mantenuta e ripristinata; e perciò il fiume va ripulito da tutto ciò che inevitabilmente vi nasce e cresce, e vi sopraggiunge nel tempo: da tutto ciò che vi si accumula e tende ad ostruirlo. Per la sicurezza del territorio, questa è una regola basilare, inopinabile e imprescindibile. La causa principale delle ricorrenti esondazioni fluviali – comprese quella recente del fiume Tevere e quelle recentissime dei fiumi Basento e Bradano – è la mancata pulizia degli alvei, dovuta ad abbandono e incuria. (Rischio idraulico: cause e mistificazioni).

Tra le tante leggi sulla Disciplina delle Acque, l’articolo 2 della legge 365/2000 – emanata, non a caso, dopo l’alluvione “Piemonte 2000” – stabilisce una serie di accertamenti preventivi, al fine di: “individuare le situazioni di pericolo, sia incombenti che potenziali, ponendo attenzione sui restringimenti delle sezioni di deflusso, sull’efficienza delle opere idrauliche, sulle situazioni d’impedimento al regolare deflusso delle acque”. Accertamenti rimasti tutti inevasi: non c’è nessuno che provveda, nell’ottica della prevenzione, né a questi né ad altri mille adempimenti previsti, nonostante la proliferazione degli Uffici preposti a tale scopo. (Inadempienze e beffe ufficiali).

Per i tanti Lestofanti e Utilidioti annidati negli uffici, la Difesa del Suolo non è un obiettivo, ma solo un pretesto per attivare fondi pubblici. Ancor meglio se i soldi arrivano sull’onda dell’emergenza, magari dopo un disastro alluvionale: fondi straordinari, abbondanti e da gestire senza controllo; per interventi di somma urgenza: da affidare con procedure truffaldine, che trasformano la gara in una farsa, e consentono di gonfiare a dismisura gli importi appaltati; da pagare a forfait (senza contabilità dei lavori). Insomma, dei veri e propri Pacchi-dono, in cui l’importo appaltato a volte diventa un netto ricavo incassato. Appalti orchestrati dalle lobby Tangenti & Appalti. (Logica dell’emergenza).

Per questo motivo è bandita ogni forma di manutenzione preventiva, a maggior ragione se realizzabile a Costo Zero, quale appunto potrebbe essere l’estrazione controllata di materiale in alveo. Viene in tal modo vanificato il valore di una grande risorsa pubblica (gli inerti fluviali), che, essendo presente in quasi tutti i fiumi d’Italia, potrebbe rappresentare una notevole entrata erariale. Se ad esempio in Basilicata fosse applicata la legge regionale n. 12/79 (Disciplina delle attività estrattive), con le finalità dettate dall’articolo 86 del D. L.vo 112/98, la Regione potrebbe ricavare, dal demanio idrico, i fondi necessari per la difesa dal rischio idraulico. La stessa cosa potrebbe dirsi per molte altre regioni. (Piani Cave demenziali in Lombardia) Negli appalti di somma urgenza, invece, quegli stessi inerti vengono ceduti sottobanco, in cambio di tangenti e fondi neri.

E’ da oltre quindici anni (Anno 1991: malcapitati fiumi) che sto denunciando questa scellerata politica – con i suoi malefici effetti sul territorio, lo spreco di risorse ed il conseguente malaffare – alla magistratura, ai governanti ed alle massime cariche dello Stato; facendo volantinaggio; con lettere aperte a senatori e deputati ecc. Sono trascorse tre legislature ma non è cambiato niente, se non in peggio. (Anno 2005: sventurati fiumi) In Basilicata, poi, ho dovuto constatare che al malgoverno di Centrosinistra corrisponde non solo l’acquiescenza del Centrodestra, ma anche l’inefficienza dell’Autorità giudiziaria. (Spreco infinito e legalità perduta).

Gli inquirenti si passano la palla finché possono ma non vengono mai a capo di niente. Dai vari fascicoli di “archiviazione” presso le Procure – prodotti dalle mie denunce per sprechi e truffe – ho potuto misurare la serietà e l’impegno dei nostri Magistrati inquirenti. Fatte salve le tante persone laboriose e integerrime, ci sono tra loro degli Inetti e Superficiali, affetti forse da ignoranza, pregiudizi o pigrizia mentale: - che delegano ad altri, anche più volte, il loro lavoro ma non lo degnano d’alcuna attenzione; - che “indagano” per interi lustri ma poi archiviano, oppure rinviano e rinviano: fino a prescrizione avvenuta; - che si passano la palla finché possono, ma non vengono mai a capo di niente; - che giustificano il loro Abuso (d’ufficio), cioè quello di allungare a vuoto e all’infinito le inchieste, dietro la non facile punibilità dello stesso reato commesso dagli indagati: burocrati, politici etc.

L’impunità è garantita, l’illegalità avanza e lo spreco continua.

Attenzione, però: il Grande Malaffare da me descritto – che si realizza attraverso gli appalti pubblici lungo i fiumi – non nasce e si esaurisce in Basilicata, ma è diffuso in tutta Italia. E’ finanziato dal Governo centrale; la cabina di regia è presso il CIPE (governo parallelo); si sviluppa sul territorio attraverso “Accordi di Programma” tra governo centrale e regioni; lo strumento usato è lo stesso che produsse la Tangentopoli della prima repubblica (Logica dell’emergenza): l’appalto concorso, liquidato a forfait, a corpo e non a misura (lavori stimati senza contabilità ed affidati non in base al minor prezzo ma in base ad elementi discrezionali ed evanescenti); il motivo primario è quello di sempre: “il costo della politica”. (Rassegna stampa: alluvioni, detriti e tangenti).

E’ un sistema di potere trasversale – fatto di sovrastrutture, strutture parallele e leggi ad hoc – che in quanto tale non può cambiare attraverso il voto. Il ricambio elettorale è molto simile al ricambio quindicinale dell’Ante-Merlin, con tanto di riciclaggio e di rotazione. La Tenutaria del sistema è la Burocrazia: ignorante e irresponsabile, ma vera depositaria del potere decisionale, gestisce le risorse nella logica della spartizione. Un esempio? la TAV alle Grandi Imprese di sinistra, il Ponte a quelle di destra. Ai poveri Pendolari, sia di destra che di sinistra, cui non gliene frega proprio niente di entrambe le “Grandi Opere”, toccherà pagarne il costo. Sventurati noi: siamo trattati alla stessa stregua dei “Cafoni di Fontamara”.

Spreco e illegalità, dunque: due Mostri che si inseguono e si alimentano a vicenda. Il Potere li usa per rafforzarsi, creando privilegi, sudditanza e servo-assistenza, e consenso di ritorno. La Comunità li subisce, perdendo cittadinanza e possibilità di sviluppo, e con povertà in aumento. Nel contesto che ne deriva prevale il Malcostume; si mortifica la Dignità; non c’è posto per la Legalità. E così via, verso la morte dello stato di diritto. Dopo di che arriva la giungla, ed alla fine siamo fregati TUTTI.

Per quanto mi riguarda, RESISTO, ma grido ai quattro venti la mia protesta, contro una Regione che governa violando le leggi; che pratica l’istigazione a delinquere; che non consente di operare nella legalità; che sperpera il denaro pubblico; che presta i fiumi lucani agli sporchi interessi del Malaffare Nazionale.

PROTESTO contro un Parlamento che continua a sfornare leggi “ad usum” del Malgoverno. Leggi che incentivano l’allegra gestione e forniscono ai padroni della cosa pubblica lo strumento per perpetrare l’Arbitrio, e ne garantiscono l'impunità. Leonardo Sciascia amava ripetere che l'arma più efficace per combattere e vincere la mafia è la Legge. A quanto pare questo è stato ben recepito… ma dalla Controparte. Sono le leggi il vero piccone usato dall'Antistato per demolire, mattone dopo mattone, lo Stato democratico. GRIDO infine la mia indignazione contro una Giustizia che non ’è; giustizia a cui mi sono più volte rivolto, ma con risultati a dir poco risibili… e con qualche ritorsione.

Urge una svolta.

Per il bene del Paese, per la vita e l’economia di intere popolazioni: urge una svolta a questa scellerata politica sui corsi d’acqua. Se non si provvede alla pulizia, bonifica e regimazione degli alvei, al ripristino della loro sezione di deflusso – nell’ottica e con i criteri del buon governo idraulico – fra non molti lustri, la pianura padana dovrà essere evacuata: da persone e cose. E non ci sono argini che possano salvarla.

Di fronte al vuoto ed al marasma istituzionale, ed all’inerzia degli “Organi competenti”, peraltro ignoranti e inaffidabili, l’auspicata svolta può nascere solo dalla mobilitazione organizzata dei cittadini. Urge pertanto una loro presa di coscienza; una diretta conoscenza dei problemi; un ruolo attivo e propositivo ella ricerca delle soluzioni. Urge una decisa azione di protesta popolare, verso ritardi e inadempienze degli Uffici. Ma servono anche delle iniziative di approccio tecnico: sia verso il problema, del rischio idraulico, che verso le varie soluzioni. Il tutto, previa liberazione da pregiudizi e feticismi “ambientali”, e dalle varie sudditanze ideologiche.

Quanto a tutto il resto, speriamo che Buonsenso prevalga e… che metta fine all’immane Sperpero di denaro pubblico… che induca il Parlamento ad abrogare le leggi di Tangentopoli… che smantelli tutte le sovrastrutture… che faccia pulizia di Ambiguità, Cialtroneria, Indolenza ed Arroganza, di cui sono pieni i Palazzi del potere… che risollevi questo Stato dallo stato confusionale in cui sta sprofondando… e che ne arresti lo sbriciolamento, attualmente in corso.

Nota bene. Il presente Appello nasce, tra l’altro, dalla certezza di un grave pericolo per la vita e l’economia di intere popolazioni. Ha lo scopo di stimolare il dibattito su un problema reale – il malgoverno idraulico dei corsi d’acqua – che per lo più viene ignorato o travisato. Vuol essere inoltre un solidale contributo, di conoscenza e d’informazione, agli ex e potenziali Alluvionati d’Italia. Spero che induca a riflettere; che aiuti a capire… a correggere… a prevenire…

Se potessi, suonerei giorno e notte le campane a martello: per scuotere la gente dal sonno dell’indifferenzae dallo stordimento della disinformazione.

Se condividi… passaparola… suona le campane…

Aprile 2006 - nicolabonelli@fontamara.org
Telefono n. 348.2601976

Questo ed altro sul sito: www.fontamara.org







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