Alcuni esperimenti provano che anche gli animali risentono dell'eccesso di radiazioni elettromagnetiche
Alcuni esperimenti provano che anche gli animali risentono dell'eccesso di radiazioni elettromagnetiche
30 Aprile, 2009
Inserito da Lorella Binaghi
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Rotte geomagnetiche invisibili, e chemtrails (scie chimiche artificiali) ben visibili.
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From: Annalisa Chiari
To: Comitato Catanzarese Anti-Elet
Cc: lor2511@iperbole.bologna.it ; varcomitatispontanei@yahoo.it
Sent: Thursday, April 30, 2009 3:06 PM
Subject: alcuni esperimenti provano che anche gli animali risentono dell'eccesso di radiazioni elettromagnetiche
Roma, 27 apr. - (Adnkronos) - L'inquinamento elettromagnetico stressa anche i colombi.
E non e' una cosa da poco, visto che il fenomeno e' gia' stato riscontrato nei topi di
laboratorio e tocca anche l'uomo. Abituati ad avere un orientamento a prova di lunghe
distanze, i colombi rischiano infatti di perdere la loro proverbiale 'rotta' a causa delle
interferenze dei campi magnetici. A rilevarlo e' l'esperto del Cnr Sergio Ghione
dell'Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa che spiega: "Sappiamo che,
per ritornare alla colombaia da luoghi sconosciuti, questo uccello utilizza soprattutto due
tipi di informazioni".
Si tratta, sottolinea il ricercatore del Cnr, di "informazioni di tipo olfattivo, che
gli permettono di costruirsi una vera e propria 'mappa' dei luoghi circostanti la colombaia,
e quelle che riguardano la posizione del sole. Mentre ancora si dibatte sull'importanza del
campo magnetico terrestre nella ricostruzione delle loro 'rotte'". Un aspetto che e' stato
oggetto di uno studio congiunto Ifc-Cnr e sezione di Etologia della facolta' di Scienze
dell'Universita' di Pisa. "Lo studio -dice Ghione- ha mostrato che l'esposizione a deboli
campi elettromagnetici (20-70 microtesla) di frequenza inferiore ad 1 Hz inducono nel
colombo modificazioni dell'orientamento dovute all'incapacita' degli animali di
compensare una condizione di 'stress'".
"E' stato infatti osservato -spiega ancora il ricercatore- che l'effetto dei campi
magnetici e' neutralizzato dalla somministrazione di un farmaco tranquillante ed e'
identico a quello che si osserva dopo esposizione a stress intensi, come
l'immobilizzazione o il trasporto al buio, o dopo somministrazione di naloxone,
antagonista degli oppioidi endogeni, mediatori di un sistema che si attiva in
condizioni di allarme".
Ma altre ricerche dell'Ifc-Cnr hanno dimostrato che il fenomeno e' piu' generale,
non limitato solo all'orientamento. In particolare, nei colombi e' stato ripetutamente
osservato che l'esposizione a campi magnetici induce modifiche nelle risposte
psicofisiologiche al dolore attivate in condizioni di allarme. "In pratica,
negli animali -afferma Cristina Del Seppia, ricercatrice Ifc-Cnr- e' stata misurata,
prima e dopo l'esposizione a campi magnetici, la soglia di sensibilita' a uno stimolo
doloroso. La soglia veniva valutata in termini di intensita' minima di stimolo elettrico
percepito dall'animale, riscontrabile attraverso un significativo aumento della frequenza
cardiaca, da noi misurata con l'elettrocardiogram ma".
"Mentre nei colombi di controllo la soglia di sensibilita' aumentava all'incirca del
100%, in quelli esposti a campi magnetici -continua la ricercatrice- abbiamo osservato che
la soglia non solo non aumentava ma si riduceva di circa un terzo, mostrando
un'ipersensibilita' al dolore. Questi risultati indicano che l'esposizione a
campi magnetici annulla o riduce quel fenomeno noto come ipoalgesia da stress,
in questo caso rappresentato dall'insieme delle procedure sperimentali, in cui
viene avvertito meno il dolore".
"Il fenomeno -conclude Ghione- e' stato studiato anche nei topi e nell'uomo,
utilizzando campi elettromagnetici di bassa frequenza, compresa tra pochi Hz e 50Hz, e
di bassa intensita', da 20 a 100 microtesla, paragonabili a quelle presenti a
ridosso di alcuni apparecchi elettrici di uso domestico, confermando sostanzialmente i
risultati precedenti".
Info: www.cnr.it
Saluti a tutti.
Annalisa Chiari
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