La cassaforte della mafia ed il Borsellino della Giustizia... Di Fabio Piselli
19 ottobre 2009
Inserito da Lorella Binaghi
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La cassaforte della mafia ed il Borsellino della Giustizia... Di
Fabio Piselli
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Inviato da: Fabio
Piselli
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17/10/2009. Ore 9.48, l'agenda rossa di Borsellino è ormai diventata
un simbolo per chiedere la verità sulla trattativa dello Stato con
la mafia, sulle collusioni fra le istituzioni e le organizzazioni mafiose,
sulle coperture e le complicità ad ogni livello
come ho già scritto non ho una grande esperienza di lotta alla
mafia, ma comprendo le dinamiche collusive ed i meccanismi di ridondanza
fra lo Stato e le aree massomafiose
per questo non posso non evidenziare che il problema non consiste nel solo
far sparire dei documenti o dei testimoni che potrebbero nuocere a chi
nello Stato favorisce l'antistato, quanto nel gap culturale che si è
sviluppato nella psicologia sociale, che ha condizionato la struttura del
pensiero collettivo relativo alla interpretazione dello Stato e della
mafia
siamo talmente abituati alle porcate che non ci rendiamo più conto
di vivere in un porcile, solo perchè il gran fattore indossa abiti
puliti e camuffa il puzzo con preziose essenze
la politica di questo nostro paese, salvo rare eccezioni, ha sin dalla fin
della guerra seminato apatia e rassegnazione nei confronti delle
ingiustizie, delle porcate, delle mortificazioni sociali contro le quali
nessuno si ribella
se, io cittadino, preso atto che un progetto per un inutile pezzo di strada
è costato migliaia di miliardi pubblici, che ha favorito tangenti
politiche e pizzi mafiosi, non faccio nulla se non allargare le braccia,
non posso non sentirmi complice della mafia che vive di politica e della
politica che vive di mafia
se, invece, io cittadino, di fronte ad un simile evento non mi rassegno, ma
m'incazzo, esprimo non solo la mia indignazione ma anche la mia
capacità di essere lo Stato, e, soprattutto, di non voler essere
complice e nemmeno vittima di una politica del genere.
questo fa la differenza nella lotta collettiva contro la mafia, quella
fatta di gente e di popolo, di quella gente e di quel popolo che non
accetta le porcate della politica degli appalti mafiosi, che si ribella con
il più grande strumento democratico come il voto, che non è
un guinzaglio che ci lega al partito più conveniente, ma una vena in
cui scorre il sangue più puro della legalità e della
libertà.
il voto non è un mezzo gestito dai politici che c'invitano a
sosternere questo o quel polo, ma lo strumento della gente capace di
selezionare la politica, non di subirla...
Fabio Piselli
Tratto dal blog http://www.fabiopiselli.com/
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