A giudizio i brevetti sul DNA di Andrea Monti – Nòva IlSole24Ore
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20 agosto 2010
Inviato da Lorella Binaghi
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Avv. Andrea Monti.
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18 marzo 2010 - A giudizio i brevetti sul DNA
di Andrea Monti – Nòva IlSole24Ore
Corte UE chiamata a esprimersi sull’uso
http://www.ictlex.net/?p=1148
Una prossima decisione della Corte di giustizia Ue deciderà della
possibilità di brevettare una sequenza di Dna vegetale a prescindere
dall’utilizzo che se ne può fare. Nel caso specifico, scrive
l’avvocato generale della Corte nel parere pubblicato lo scorso 9 marzo, il
punto è «determinare se l’informazione genetica sia
tutelata come composto chimico, anche qualora essa si trovi, come una sorta
di residuo, all’interno di un prodotto che è il risultato della
trasformazione del prodotto biologico… nel quale la sequenza svolgeva
la sua funzione».
MonsantoTechnology Llc ha portato in giudizio gli importatori europei di
una farina di soia prodotta in Argentina e resa insensibile a un pesticida
della stessa Monsanto (il Roundup) grazie a una sequenza genetica scoperta
e utilizzata ancora dalla Monsanto e inserita nel Dna dell’alimento.
Non potendo agire direttamente contro i produttori argentini di questa
farina per ragioni legate alla normativa locale, Monsanto ha cercato di far
valere la propria privativa in modo indiretto, cercando di impedire la
commercializzazione del prodotto in Europa sul presupposto che nella farina
permangono tracce della sequenza genetica proprietaria. La direttiva sulle
invenzioni biotecnologiche – sostiene Monsanto– affianca e non
sostituisce il normale regime dei brevetti. Dunque la sequenza di Dna
vegetale sarebbe protetta da qualsiasi impiego anche diverso da quello
rivendicato con il brevetto. Il che legittimerebbe di impedire la
commercializzazione di prodotti che contengono Dna proprietario, anche se
questo Dna è un mero residuo di lavorazione.
Ma se la Corte affermasse questo principio, verrebbe compromessa
l’efficacia della direttiva Ue sulle invenzioni biotecnologiche. Il
problema posto da Monsanto è concreto e reale. In una prospettiva
industriale, chi si assicura la scoperta di una sequenza genetica ha
l’interesse a conservare il vantaggio competitivo. Viceversa, proprio
per evitare la paralisi del mercato e della ricerca, la direttiva sulle
invenzioni biotecnologiche dovrebbe essere interpretata nel senso di
limitare la validità del brevetto al contenuto della domanda.
Così si bilancerebbero la tutela giuridica dell’invenzione e
l’interesse del mercato a innovare tramite la ricerca applicata.
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