La logica dell’emergenza. Di Nicola Bonelli
La logica dell’emergenza. Di Nicola Bonelli
19 ottobre 2010
Inserito da Lorella Binaghi
Spedisci E-Mail
From: Nicola
Bonelli
Sent: Monday, October 18, 2010 6:38 PM
To: Lorella Binaghi
Subject: Lettera da Fontamara
Lorella,
tu mi inviti a scrivere e ciò mi lusinga...
Ma che altro posso aggiungere alla seguente "lettera",
che ho scritto nel 2005 e che rispecchia ancor di più
l'attuale situazione del Bordello ITALIA ???
La logica dell’emergenza. Di Nicola Bonelli.
Tratto in www.fontamara.org/emergenza.htm
Lo scopo, non dichiarato, dell’attuale politica sul governo dei fiumi
è quello di sopprimere ogni forma di manutenzione preventiva, per
poter intervenire a posteriori ed operare nell’ottica
dell’emergenza: finalizzata all’allegra gestione delle
pubbliche risorse. Si vuole abolire la bonifica dei corsi d’acqua
– cui si è provveduto per secoli mediante l’istituto delle
concessioni estrattive in alveo – per subentrarvi con il sistema
degli appalti pubblici e con interventi di somma urgenza. Si ricorre ad
espedienti di vario genere, dal demenziale al delinquenziale, per soffocare
una secolare attività produttiva, e per criminalizzare una
categoria di imprenditori.
Gli espedienti usati per lo scopo: - 1) manipolazione dell’opinione
pubblica con una campagna mistificatoria su falsi danni ambientali; - 2)
travisamento della realtà con “Studi” fasulli, che
ignorano gli enormi quantitativi di materiale esistente negli alvei; - 3)
si scoraggiano le richieste di concessione, triplicando il prezzo del
canone, in totale disarmonia con il mercato degli inerti (salvo a farsi un
socio tra i funzionari pubblici, nel qual caso si ottiene lo sconto
dell’80%); - 4) nel rispondere alle istanze, si applica la prassi
dilatoria del rinvio all’infinito. Si persegue soprattutto
l’occultamento del materiale, negando l’evidenza della
realtà. A chi presenta richieste, con quantitativi reali da centinaia
di migliaia di mc, si nega l’esame dei progetti, in totale spregio
delle leggi, nazionali e regionali, ricorrendo ad Abusi, Omissioni e
Falsi in atto d’ufficio.
Con questo sistema si costringono gli operatori del settore ad accettare
autorizzazioni per quantitativi irrisori: concessioni del tipo fraudolento,
con il sistema: “ti autorizzo un mc. ma ne puoi prelevare
dieci”, in una specie di gioco del “Gatto con il
topo”, verso un processo di criminalizzazione coatta
della categoria.
E’ un disegno immorale e folle – giunto già a
compimento in gran parte d’Italia, con la chiusura di centinaia di
Aziende che scavavano in alveo, ad esclusivo vantaggio delle Cave fuori
alveo – che ora vive la sua fase conclusiva anche in Basilicata.
Il Danno economico che ne deriva è enorme, se si pensa ai miliardi di
mc. di materiale esistente nei fiumi italiani. Materiale che potrebbe
rappresentare una grande risorsa ed una grossa Entrata erariale, e che
invece svanisce nel nulla, grazie al gioco delle “Tre
carte” con cui si dilettano gli uffici preposti. Se poi si
pensa al fatto che, una volta soppressa l’attività estrattiva,
sarà necessario ricorrere al sistema degli appalti, con
miliardi di Spesa (per rimuovere quello stesso materiale), allora il danno
erariale si triplica. Il danno civile, non meno grave, è commisurato
alla perdita delle risorse imprenditoriali sane, divorate
dall’incalzante malcostume.
Il tipo di appalti cui mi riferisco – cioè quelli
preferiti dalla lobby Tangenti & Appalti (la Cricca) – sono gli
interventi che seguono un disastro alluvionale. Solo allora infatti,
sull’onda dell’emozione collettiva, generata da lutti e
disastri, scatta l’emergenza. Si aprono le paratoie dei
“finanziamenti straordinari”. Si dà il via
ad “interventi urgenti e indifferibili”. Che si
appaltano senza progetti e con le procedure della “somma
urgenza”. Che si affidano “a trattativa privata”,
si collaudano in “corso d'opera” e si pagano “a
forfait”. Quegli appalti, insomma, molto simili ai
“Lavori del dopo alluvione-2000”, in Piemonte (con diversi
tangentisti finiti in galera).
Per questi signori, la difesa del suolo non è un obiettivo ma solo il
pretesto per attivare finanziamenti. Il fiume non è più fiume, ma
campo per scorrerie. Il disastro ambientale è una
“provvidenza”. Abolendo la manutenzione, si vuol dare solo una
mano a questa provvidenza. Gli interventi prediletti sono le
“Sistemazioni fluviali” perché il fiume “si
presta” per sua natura allo scopo, perchè cancella alla prima
piena ogni traccia delle opere malriuscite… o di quelle non eseguite
ma contabilizzate e retribuite. Ed è subito pronto per nuove
“operazioni”.
Partendo da quel ch’è accaduto e tuttora accade in Basilicata,
descrivo i connotati e gli strumenti di questo disegno, nonché le
varie sedi dove si decidono strategie e tattiche, Piani e Programmi, e si
stanziano i Fondi. Il tutto, nella “collaudata” logica
dell’emergenza, che, quando non arriva naturalmente, la si crea con
artifizi e stratagemmi, tali da innescare comunque le procedure della omma
urgenza e da vanificare ogni controllo previsto dalla gestione
ordinaria.
La cabina di regia di questa folle politica è facilmente
individuabile nel C.I.P.E. (Comitato Interministeriale della Programmazione
Economica), una specie di Governo Parallelo inventato dalla prima
repubblica: versione legalizzata del vituperato Sottogoverno (occulto) di
una volta, attraverso il quale – si ricorderà – avveniva
allora la spartizione della torta.
Un esempio di allegra gestione delle pubbliche risorse è
senz’altro la Delibera CIPE del 12.5.1988 (8.000 miliardi di
vecchie lire - gazzetta ufficiale n. 144 del 21.6.1988), scorrendo la quale
si ha la chiara dimostrazione di come si inventa l’emergenza:
- approvare interventi multimiliardari senza uno straccio di progetto; -
stabilire l’avvio dei lavori entro 120 giorni, pena la revoca del
finanziamento; - imporre la procedura dell’appalto concorso. Ed il
gioco è fatto. Diventa una via obbligata affidare i lavori a chi ha
già pronto il progetto. A completare l’opera ci pensa
l’art. 24 - primo comma - lettera b), della legge 584/77, che
consente di gonfiare il costo dell’opera e di eludere la
contabilità dei lavori. A restringere poi il numero degli
“invitati” ci pensa la legge 80/87.
Con questo sistema furono realizzate dalla Regione Basilicata
diverse “sistemazioni fluviali”, per l’ammontare
complessivo di 528 miliardi di vecchie lire, di cui 264 prestati dalla
B.E.I. (Banca Europea per gli Investimenti). Ho potuto esaminare le varie
fasi (appalto, esecuzione e collaudo) di quegli interventi. Non esistevano
progetti; il valore delle “opere” era meno di un quarto della
spesa sostenuta; ed alcune di esse, pur collaudate e retribuite, non
furono mai eseguite. Ora, a distanza di 15 anni, quel debito non è
ancora estinto, ma di quelle opere c’è ben poca traccia.
Non credo che nelle altre regioni sia andata diversamente. Comunque,
volendo, ognuno può verificarlo, consultando le Delibere CIPE.
Chiunque può quantificare la misura dello spreco, prodotto
allora nella propria regione. Può valutare il grado di
attendibilità dei vari Organi “partecipanti”. E può
godersi la barzelletta di quel Forfait da 57 miliardi, assegnato al
Presidente del Consiglio dei Ministri: per “sistemare l’alveo
di San Rocco” (?) (v. Opere e Metodi di Tangentopoli).
Lo strumento che permise simili “Operazioni”, ripeto, è la
citata procedura di gara prevista dall’art. 24 - primo comma -
lettera b) della legge 584/77. Procedura imposta dalle stesse direttive
del CIPE in quanto “norma di adeguamento alle direttive della
Comunità economica europea”. E’ una norma che prevede
l’aggiudicazione della gara, non in base al minor prezzo, ma in base
ad una ”serie di elementi di valutazione”.
E’ una specie di imbroglio legislativo, chiamato
“il metodo dell’offerta economicamente più
vantaggiosa”, che, grazie a quegli elementi –
discrezionali, nebulosi e fantasiosi – fa lievitare a dismisura
l’importo dell’appalto. Funziona in modo analogo, per le
forniture, grazie all’articolo 15 - primo comma - lettera b) della
legge 113/81.
Si tratta, insomma, di un diabolico marchingegno normativo, inventato da
Tangentopoli, che trasforma la gara d’appalto in una partita al
“mercante in fiera”, in cui l’opera (o fornitura) è
solo una “base” per costruirci l’Operazione spartitoria.
L’importo dell’appalto è commisurato non più al costo
dell’opera (o fornitura) ma al numero e all’appetito dei
Commensali. Non so se veramente ci stiamo “adeguando”
all’Europa, ma una cosa è certa, queste leggi disonorano il
nostro Parlamento e sconcertano chi ancora crede nello Stato di
diritto.
Così funzionava durante la prima repubblica: …si alimentava la
Corruttela, …si finanziavano i Partiti …e si realizzava quel
Macigno da due milioni e passa di miliardi, di Debito Pubblico, che
grava sulla testa degli Italiani. Con l’avvento della seconda
repubblica non è cambiato niente: il governo “parallelo”
(centrale) è sempre operante, e sorgono numerose altre sovrastrutture
(centrali e regionali).
Quanto alla famigerata procedura d’appalto (art. 24 - primo comma -
lettera b), ha cambiato “vestito” (Decreti Legislativi n.
406/91, 358/92, 157/95, 158/95 ecc…), ma è ancora vigente e
foriera di Operazioni spartitorie. Non cambia assolutamente niente. Negli
ultimi quindici anni, è cambiato il Governo centrale e molti di quelli
regionali, ma la politica sulla difesa del suolo è rimasta la
stessa, …e con gli stessi risultati: alluvioni, detriti e
tangenti. (v. Rassegna stampa – 4° articolo)
Non cambia niente, e nel cittadino si fa sempre più vivo il sospetto
che Destra e Sinistra siano soltanto le diverse sembianze di un Partito
Unico Trasversale: - che manovra le leve del potere; - che,
attraverso Comitati e Commissioni vari, realizza il consociativismo
e spartisce le risorse; - che stravolge le competenze sul
territorio; - che privilegia i canali più disinvolti,
penalizzando il rigore; - che prostituisce la Tecnica e mortifica la
Cultura.
Non cambia, ed è sempre più difficile che possa cambiare. La
“cultura” (e coltura) delle mazzette è ormai radicata
nelle leggi, ancor prima che nelle intenzioni. Per coerenza andrebbe
cambiato solo l’articolo 1 della Costituzione: l’Italia
è una repubblica fondata sulla Tangente, e non più sul
Lavoro.
Fontamara www.fontamara.org/index.htm
Approfondimenti
4 ottobre 2010 - Alluvione Varazze in Bolzino.
4 ottobre 2010 - Alluvione a Sestri Ponente il fiume Il rio Cantarena
straripa.
Costiera Amalfitana esonda fiume ad Atrani 11 settembre 2010.
UN ANNO PRIMA, 4 ottobre 2009:
ALLUVIONE MESSINA - 4 ottobre 2009.
Ulteriori approfondimenti
- "Fiume che vai… “Oro bianco” che trovi…". Di
Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti025/Nicola_Bonelli_fiume_che_vai_oro_bianco_che_trovi_002.html
- Sventurati fiumi di Basilicata (…e d’Italia) vittime di
incuria e abbandono… e di grandi Operazioni Spartitorie. Di Nicola
Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti022/Fontamara_archivio_di_Nicola_Bonelli_2_2010.html
- Bordello ITALIA (Spunti di riflessione su un fenomeno in evoluzione).
Di Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti025/Nicola_Bonelli_Spunti_di_Riflessione_2010.html
- Attenti al Lupo !! Di Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti006/NB_attentiallupo.html
- Regione che vai... Mascalzone che trovi... Di Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti006/NB_regionechevaimascalzonechetrovi.html
- Alluvioni e fiumi in secca, l'ostruzione degli alvei fluviali. Di
Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti005/NB_alluvioniefiumiinsecca.html
- Gestione scellerata del territorio: aumenta il rischio idrogeologico
in Pianura Padana. Di Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti005/NB_gestionescelleratadelterritorio.html
- "Spreco infinito..." Di Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti005/NB_sprecoinfinito.html
- Il “PIZZO” Nazionale. Di Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti005/pizzonazionale_NB.html
- Elementi di un processo sommario, da “Tribunale Speciale”.
Di Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti005/processo_sommario_NB.html
- Un Oscuro Disegno Nazionale (quel che cova sotto il Tricolore). Di
Nicola Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti005/oscurodisegno.html
"CALABRIA CHIAMA ITALIA: SALVIAMO LO STATO DI DIRITTO". Di Nicola
Bonelli
http://www.cieliparalleli.com/documenti000/calabriachiamaitalia.html
Ricerche e produzioni alla cura di
varcomitatispontanei@yahoo.it
Sede: tel/fax n° 0332 870008.
Condividi questo link grazie!
I più cordiali ringraziamenti lettrici e lettori ai testi da me
pubblicati e in considerazione dei contenuti. Se apprezzate queste ricerche
concedete donazioni favorendo continuazione al procedimento e all'edizione.
L'editrice Lorella Binaghi.
Elenco generale d'articoli in "Stanza della
Lettura"
Clicca Rassegna del Var.
Storia, cronaca, costume di Varese e dei Distretti Lepontini
© 2005 - 2010 Grafica e layout sono d'esclusiva proprietà di cieliparalleli.com