"Fiume che vai… “Oro bianco” che trovi…". Di Nicola Bonelli
"Fiume che vai… “Oro bianco” che trovi…". Di Nicola Bonelli
18 ottobre 2010
Inserito da Lorella Binaghi
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From: FONTAMARA - Nicola Bonelli
nicolabonelli@fontamara.org
To: editor
Sent: Thursday, January 08, 2009 6:08 PM
Subject: Lettera da Fontamara - 1 gennaio 2009
FONTAMARA - http://www.fontamara.org
Lettera da Fontamara, di Nicola Bonelli – 1 Gennaio 2009
Al Dr. Vito De Filippo, Governatore della Basilicata.
Memoria - Pro Veritate - sulla chiusura dell’azienda INERCO srl di
Tricarico (Mt).
Egregio Presidente De Filippo,
certo, nel momento attuale di crisi generale, la chiusura di questa mia
piccola azienda potrebbe passare inosservata: chiudono in tanti, chiude
anche l’INERCO. Tu però sai che questa chiusura non deriva dalla
crisi generale. Ed è opportuno che lo sappiano anche gli altri.
Perciò ho deciso di spiegarlo in questa lettera aperta cui darò
la massima diffusione. La chiusura di un’azienda è come la morte
di una persona: manifesti e necrologi sono d’obbligo.
La vera causa che ci fa chiudere non è la mancanza di commesse ma la
mancanza di materia prima. Non disponiamo più del materiale inerte di
provenienza dal Basento. Pur essendo presente in alveo in enorme
quantità, gli uffici addetti della Regione Basilicata, non ci
autorizzano a prelevarlo, perché non aderiamo al sistema criminoso da
loro imposto.
http://www.primocircolopotenza.it/acqua/geografia/fiumi_lucani.htm
Fiume Basento, Basilicata.
Questa azienda è nata nel 1965 per produrre inerti. E’ cresciuta
negli anni, utilizzando il materiale del Basento. Ha investito miliardi di
lire in macchinari e impianti, per meglio assolvere a tale scopo. A partire
dal 1980 si è dotata di impianto ed automezzi per pro-durre e fornire
calcestruzzi, raggiungendo un fatturato annuale di 2 miliardi di lire e 14
posti di lavoro.
Negli anni, non solo è cresciuta la sua capacità produttiva ma
anche la qualità e sicurezza sul lavoro. In 43 anni
d’attività non ha avuto un solo infortunio. Sotto
l’aspetto qualità, del prodotto e dell’ambiente di lavoro,
si trova tra i primi posti in Basilicata.
Ovviamente, gli investimenti che ci hanno portato all’attuale
livello, li abbiamo decisi a seguito della crescente richiesta. Ma tali
decisioni, che a volte comportavano forte indebitamento, erano supportate
dalla certezza della materia prima disponibile. Erano cioè fondate
sulla esistenza di quantitativi notevoli di materiale nel Basento: fiume
peraltro caratterizzato da ricorrenti piene con considerevole apporto
solido: tale da poter soddisfare, per decenni, il nostro fabbisogno.
Negli anni settanta sono stati prelevati, dal medio Basento, circa tre
milioni di metri cubi di materiale nell’ambito dei lavori di
costruzione della superstrada Basentana.
Operando in questa ottica, abbiamo chiesto e ottenuto autorizzazioni al
prelievo dei quantitativi necessari al nostro fabbisogno, che nel periodo
1980-95 è stato di 400 mila metri cubi, versando la somma complessiva
di 400 milioni di lire, con una media annuale di 26 milioni di lire, a
fronte di 26.000 mc.
L’estrazione fluviale da noi praticata era considerata intervento di
pubblica utilità. Le concessioni erano avallate da pareri ufficiali
che riconoscevano “la compatibilità con il buon governo
idraulico del corso d’acqua” ed evidenziavano “la
necessità inderogabile di provvedere all’asportazione del
materiale in eccesso, che allo stato attuale non consente un regolare
deflusso delle acque”. Così recitavano i pareri
dell’Ufficio Territorio. Questo, fino al 1995.
Ma a partire dal ‘95 le cose cambiano. Cambia radicalmente
l’approccio degli uffici verso l’estrazione. Viene meno il buon
senso. Subentra la follia. Con Studi fasulli e Piani scellerati e
fuorilegge – fondati su mistificazioni e madornali falsità, come
la grande balla della “erosione della costa ionica” – si
mira ad occultare i quantitativi di materiale realmente esistente nei
fiumi.
In totale spregio della legge regionale 12/79, non si rilasciano
concessioni pluriennali, previste per impianti industriali come il nostro.
Non si autorizzano quantitativi corrispondenti ai fabbisogni ma si
costringono le aziende (oltre trenta) ad “arrangiarsi” con
autorizzazioni minime ma “elastiche”, cioè col sistema
delle “concessioni virtuali”: ti autorizzo un metro cubo, ma ne
puoi prelevare 10-100-1000.
Concessioni ridicole, con quantitativi irrisori. Autorizzazioni temporanee
di pochi mesi per 5.000 mc, che vengono prorogate per anni, e che quindi
permettono di prelevare gratuitamente centinaia di migliaia di metri cubi.
In questo modo, una risorsa minerale – gli inerti fluviali appunto
– che potrebbe produrre grandi entrate, finisce nel nulla. Sommando
infatti le 150 concessioni (e proroghe) di questi 10 anni, si ha una media
annuale non superiore ai 3.000 mc. per azienda. La somma versata
dall’intero comparto è inferiore a quella versata dalla sola
INERCO nei 10 anni precedenti. Facendo un po’ di conti, sono stati
trafugati 10 milioni di metri cubi: di “oro bianco”, per un
valore di 15 milioni di euro. (1)
Il sistema è corrotto e sbrigativo: basta una tangente da mille euro,
versata promanibus al funzionario di turno, e si possono ottenere proroghe
su proroghe all’infinito. Questo è quanto si legge nel capitolo
7.1.: “La Corruzione del funzionario della Regione Basilicata”,
a pag. 371 del Decreto n. 43/08 Rmc del Tribunale di Potenza.
E’ un ignobile Sistema orchestrato da una banda di Balordi &
Criminali, annidati nei Dipartimenti Ambiente e Infrastrutture. Da dove,
con il gioco delle Tre Carte, occultano il materiale, riducendo i
quantitativi nell’attività estrattiva, ma poi lo fanno
riapparire – moltiplicato per 10 – nella contabilità delle
sistemazioni fluviali FANTASMA: 400 miliardi di lire negli anni 80-90.
Fondi FIO, finanziati dal CIPE e gestiti dalla P2. Lavori banali,
consistenti per lo più in “movimento terra”; affidati
però col metodo dell’appalto concorso: per poter pilotare in
modo ferreo le gare d’appalto, e restringere il numero delle imprese
partecipanti. Lavori in cui prevale, come importo, l’asportazione del
materiale inerte, “trasportato a rifiuto”: in realtà sato
come oggetto di scambio occulto per foraggiare tangenti e costituire fondi
neri.
400 miliardi di lire nell’88-90: Risorse più che sufficienti per
mettere sin d’allora in sicurezza tutte le scuole, che invece vennero
dilapidate e spartite lungo i fiumi lucani.
A proposito di opere Fantasma, Ti ricordi che nel maggio 2000 mi querelasti
per diffamazione, per tutelare l’interesse dell’Ente Regione,
perché avevo denunciato una truffa da 7 miliardi di lire consumata nel
Basento?. Ebbene, come Tu stesso hai poi dichiarato nella udienza del
29.10.2008 (in Tribunale a Matera), su quella truffa non facesti alcuna
indagine, ma raccogliesti soltanto il parere degli uffici addetti.(?) Forse
non volendo, tutelavi un interesse, che non è proprio quello della
Comunità.
Fai comunque in tempo a ravvederti. Vieni a trovarmi: Ti conduco io lungo
il Basento, e ti mostro i contorni di quella truffa e del Fantasma che
ancora lì vaga.
Anzi, potrei mostrarti anche il Fantasma che Tu stesso hai prodotto, forse
non volendo, con la DGR n. 1547/2005, su proposta dell’Assessore
Francesco MOLLICA, nel torrente S. Nicola di Nova Siri. Più che di
truffa, qui si trattò di una “rapina in banca”, da 330
mila euro: senza scasso, ma usando la chiave-raggiro della Conferenza di
servizio.
Tornando a noi, la INERCO non ha mai ceduto al “Sistema”.
Nell’agosto 1998 abbiamo inoltrato una richiesta per 170.000 mc. di
materiale: una proposta di manutenzione idraulica di un tratto di Basento,
al fine di salvaguardare la stabilità di una gabbionata: realizzata da
poco e costata 15 miliardi di lire. Ma l’Ufficio Territorio di
Matera, senza effettuare alcun sopralluogo, rispose con un diniego:
motivato da manipolazione e falsa citazione della legge 37/94
Fu una vera mascalzonata a firma dell’ing. Francesco Saverio ACITO,
allora Capo dell’Ufficio Territorio, ed ex collaudatore (insieme ad
altri 40 funzionari regionali) delle citate opere semi-fantasma.
Incredibile ma vero: vedere nota n. 6079 del 12.01.1999 e DPGR n.
158/1995.
Contro questo diniego fuorilegge, siamo ricorsi al Tribunale Superiore
delle Acque Pubbliche di Roma. Il quale, con sentenza n. 8/2005, annulla il
diniego e condanna la Regione, ordinando il prosieguo
dell’istruttoria. Ma non accade niente: le sentenze di un Tribunale
sono trattate come carta da cesso dagli inquilini del “Tuo”
Palazzo.
Sono 12 anni che non preleviamo dal Basento. Nei primi 6 anni ci siamo
procurati la materia prima scavando il piazzale dell’azienda: creando
una buca di 12.000 mq per 10 metri di profondità. Subendo per questo
anche verbali della forestale e processi giudiziari, “per apertura di
cava abusiva”. Sempre in attesa e nella speranza della concessione
estrattiva.
Negli ultimi 6 anni abbiamo prodotto solo calcestruzzo, comprando gli
inerti da altri; perdendo clientela e volume d’affari a causa dei
prezzi non più competitivi. Il fatturato si è ridotto ad un
quarto, con drastica riduzione dei posti di lavoro. Abbiamo accumulato
perdite e debiti. Siamo ora costretti a chiudere, pena il rischio di
fallimento.
Intanto, nel Basento, la gabbionata da 15 miliardi di lire – che
volevamo salvare a costo zero, anzi pagando il materiale da asportare
– è in parte crollata. Ma è già stata ricostruita (nel
2005), con la spesa di 250.000 euro. Quanto al materiale in alveo, si sono
aggiunti altri 50.000 mc ai 170.000 preesistenti, e nel tratto di tre
chilometri più a valle vi sono giacenti altri 250.000 mc. In totale
sono ora disponibili 480.000 mc. Tanto da poter soddisfare il nostro
fabbisogno ventennale: se venisse asportato. Rimanendo invece in alveo,
potrà provocare altri crolli, ricostruzioni… e tanti appalti
milionari e truffaldini. ALLEGRIAAA!!!
Il sistema si va consolidando, grazie anche alla indifferenza e latitanza
delle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti. Tutte da me
informate sin dal febbraio 1995. Ma inutilmente. Di palazzo… in
palazzo, la Follia si propaga anche nei Palazzi di Giustizia, dove già
da molto tempo allignano: Ignoranza, Pigrizia, Pregiudizio,
Superficialità… ed a volte Corruzione.
Sistema imposto con arroganza e intimidazioni di stampo mafioso. Durante
l’incontro del 9.1.2007, presso il Dipartimento Ambiente – di
fronte al tentativo di protesta degli estrattori – uno dei
funzionari, il geom. Antonio NELLA, disse loro chiaro e forte: Voialtri
dovete decidere una volta per tutte: state con noi o con Bonelli? Baciamo
le mani!!!
Ripeto: di materiale nei fiumi lucani (e italiani) ce n’è in
abbondanza. Ma vi può operare solo chi è disposto a delinquere.
Difatti si estrae eccome: trafugando milioni di metri cubi: utilizzando
“concessioni virtuali” e con il tacito – ed a volte
prezzolato – consenso dell’intera filiera di Governo, Controllo
e Vigilanza. Chi si ostina invece a perseguire la legalità è
costretto a chiudere.
Ti ho più volte informato, del Sistema di Illegalità imposto dai
Tuoi giannizzeri, e dello Spreco che ne deriva a danno della Comunità.
Ma non hai mosso un dito per contrastarlo. Ed allora mi chiedo e ti chiedo:
ma sei veramente Tu che comandi in codesto Palazzo, o sei solo un Fantoccio
al servizio di un Ordine supremo ed occulto?
Ho tentato inoltre di richiamare l’attenzione degli Assessori
Vincenzo SANTOCHIRICO e Innocenzo LOGUERCIO. Sono persone stimatissime: il
primo è un valente avvocato che spesso mi ha anche assistito. Il
secondo è stato sindaco nel Comune dove opera la INERCO: conosce la
nostra storia e spesso, nel passato, ne ha perorato la causa verso la
Regione.
Ho chiesto formalmente un loro intervento – peraltro dovuto in quanto
responsabili dei Diparti-menti Ambiente e Infrastrutture – per
mettere fine a questa sciagurata e miserevole vicenda.
Li ho incontrati nel giugno 2007, all’inizio del mandato. Ho esposto
la questione, fornendo atti e documenti illustrativi. Mi promisero che mi
avrebbero risposto, dopo aver sentito gli Uffici. Ma da allora, sulla
questione INERCO, sono diventati sordi, muti ed inavvicinabili. Forse,
poverini, hanno subito anche loro, dagli Uffici, lo stesso richiamo
perentorio: “State con noi o con Bonelli?” Baciamo le mani!
Il nostro intento era quello di proseguire l’attività,
perseguendo, certo, il legittimo interesse dell’azienda: ma avendo
comunque riguardo e rispetto della Cosa Pubblica. Ma questo concetto non
è condiviso dal Palazzo. Non è luogo adatto per tutelare valori
come: Interesse Generale, Bene Comune, o cose del genere. Vi è
piuttosto la tendenza ad orchestrare tornaconti personali; ad organizzare
affari privati, a volte anche loschi, con espedienti di ogni genere: dal
demenziale al delinquenziale; come la Conferenza di servizio, per il
torrente S.Nicola di Nova Siri.
Insomma, egregio De Filippo, codesta Tua Regione è semplicemente uno
Schifo, e Tu ne sei il degno rappresentante. Altro che
“Amministrazione d’eccellenza”, di cui ti vai
vantando.
Adesso comunque è tempo di auguri e di regali. Meriteresti molto di
più (*). Ma poi si vedrà. Per ora posso inviarti, in nome e per
conto della INERCO, solo un paio di scarpe modello “G W Bush”.
Spero di centrare… il tuo gradimento.
Ti saluto ed auguro Buon 2009.
Auguri e doni – sentiti ed estensibili – anche a Loguercio e
Santochirico: perfetti Giullari di cotanto Governatore… o di
chissà CHI.
Buon 2009 ai condomini del Palazzo e dintorni, anche da parte del Personale
INERCO, che Vi ringrazia per il posto di lavoro andato in fumo.
Povera Basilicata: in quali mani sei finita!
Nicola Bonelli
nicolabonelli@fontamara.org
http://www.fontamara.org
Telefono n. 348.2601976
(*) Ti arriverà un bel Calcio in c… Che riceverai
direttamente…
dal Popolo lucano… Nel giorno del suo risveglio.
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(1) - Nota bene: Fiume che vai… “Oro bianco” che
trovi…
A proposito di concessioni estrattive “elastiche” e
“virtuali”, guardate come le stesse vengono utilizzate lungo il
Po; e quanti milioni di metri cubi di materiale inerte si riesce a
trafugare.
La seguente notizia è comparsa sul quotidiano “il
Cittadino” del Lodigiano: a pag. 37 del 29.11.2008: “Dirigente
Aipo avrebbe rivelato le indagini in corso…”
“E’indagato per l’ipotesi di reato di
favoreggiamento… il dirigente dell’area idrografica Po Lombardo
dell’Agenzia Interregionale per il Po (Aipo). L’inchiesta
è quella relativa alla “operazione Gerione”…
“Il nome dell’alto funzionario, come indagato a piede libero,
era già stato reso noto un anno fa quando undici persone finirono agli
arresti per ipotesi di reato dal traffico di rifiuti, alla corruzione al
furto aggravato di sabbia e ghiaia dal Po e dal Lambro…
“…Secondo la procura… alcune ditte avrebbero ampiamente
abusato dei permessi – che autorizzavano le chiatte con le benne
escavatrici a navigare tra il Po e la foce del Lambro – per scavare
molto più di quanto motivatamente consentito
dall’Aipo…
“…Il favoreggiamento sarebbe stato finalizzato a permettere a
otto persone (tra imprenditori e loro dipendenti) di impossessarsi
indebitamente di 700 mila metri cubi all’anno di sabbia e ghiaia tra
Po e foce del Lambro dal 2003 all’ottobre 2007…, usando le
imbarcazioni Pinta, Adda e Benvenuta.”
Praticamente, quasi come faceva Colombo con la Nina, la Pinta e la Santa
Maria: navigando… navigando… navigando… i nostri
“scoprivano” il fondo del Po e… portavano a casa il
“tesoro conquistato”: l’oro bianco, appunto.
Questa è l’Italia che ci ha consegnato il 2008.
P. S. – Con queste premesse e per quanto si apprende in giro,
augurare un buon 2009 agli Italiani sarebbe una presa in giro. Tutti
sappiamo che sarà un anno nero. Potrebbe però essere l’anno
di svolta: per un futuro migliore, se TUTTI NOI trovassimo la forza ed il
coraggio di reagire a questo sistema: con intelligenza, partecipazione,
consapevolezza. Possiamo ancora farlo in termini civili. Finché siamo
in tempo…
Nicola Bonelli
nicolabonelli@fontamara.org
http://www.fontamara.org
Telefono n. 348.2601976
Ciò che è dannoso nel mondo non sono gli uomini cattivi, ma
il silenzio di quelli buoni . Martin Luter King.
Approfondimenti
Dall'archivio di www.cieliparalleli.com:
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incuria e abbandono… e di grandi Operazioni Spartitorie. Di Nicola
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in Pianura Padana. Di Nicola Bonelli
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http://www.cieliparalleli.com/documenti000/calabriachiamaitalia.html
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L'editrice Lorella Binaghi.
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