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Albino Luciani, Patriarca di Venezia; (15 dicembre 1970 - 26 agosto 1978), divenuto Ioannes Paulus I; nato a Forno di Canale, 17 ottobre 1912 – traslato a Città del Vaticano, 28 settembre 1978), è stato il 263º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica e il 5º sovrano dello Stato della Città del Vaticano a partire dal 26 agosto 1978.

 

 

 

 

 

Clip - Papa Luciani Resoconto di una morte misteriosa.

 

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Immagine copertina del libro In nome di Dio, di David Yallop. Tullio Pironti, Napoli, 2001 [1997].

L'inchiesta di David Yallop, documentata principalmente su registrazioni telefoniche cedute dal finanziere Flavio Carboni contiene elenco con i nomi d'ecclesiastici e militi Gesuiti iscritti alla loggia P2 attribuita a Licio Gelli e, l'autore non fu mai querelato.

Partendo dall'inchiesta di David Yallop diventa necessaria una ricerca sul 'Patriarcato di Venezia', e sul fatto che Albino Luciani il terz'ultimo Patriarca di Venezia. Non fu un caso se egli fosse estremamente intenzionato a recuperare consistente ente patrimoniale del giacimento stracolmo di tesori dei Neo-Templari (Banca Cattolica del Veneto) che il pontefice Paolo VI aveva in pratica requisito. Si può senz'altro affermare che egli, Albino Luciani divenne santo realmente per l'intenzione mirata dimostrata nel voler distruggere il potere affaristico agli agenti finanziari di Paolo VI, i truffatori affaristici al vertice mafioso ambrosiano ramificato (IOR).

 

 

Roberto Calvi e Paolo VI

http://www.cieliparalleli.com/documenti022/pidue.html
Roberto Calvi incontra Papa Paolo VI.

Essendo stato Albino Luciani il Patriarca a Venezia e un membro dei Gesuiti (neo-templari) d'Opus Dei e l'Amministratore responsabile del patrimonio custodito e ceduto in custodia da molti Cardinali e da tempo entro lo scrigno di Venezia, egli avrebbe fatto il possibile per recuperare quel tesoro dei neo-Serenissimi e dei Cardinali che avevano perso valore ai loro titoli, molto denaro e reperti in seguito alla fusione della Banca Cattolica del Veneto con il Banco Ambrosiano poi rinominato Banco Ambrosiano Veneto successivamente fallito e rifondato come <<Il Nuovo Banco Ambrosiano Veneto Il 6 agosto 1982 il (vecchio) Banco Ambrosiano è messo in liquidazione. Un gruppo di banche, pubbliche (BNL, IMI, Istituto San Paolo di Torino) e private (Banca Popolare di Milano, Banca San Paolo di Brescia, Credito Emiliano e Credito Romagnolo) accettarono di partecipare al salvataggio apportando nuovo capitale per 600 miliardi di lire. La presidenza del nuovo istituto sarà affidata il giorno stesso all'avvocato Giovanni Bazoli>>. http://it.wikipedia.org/wiki/Banco_Ambrosiano

Albino Luciani non si sarebbe mai aspettato un tradimento da parte della Direzione ambrosiana, ma il valore della Banca Cattolica del Veneto fusa al Banco Ambrosiano fu ceduto alla BNL, IMI, Istituto San Paolo di Torino e a private Banca Popolare di Milano, Banca San Paolo di Brescia, Credito Emiliano e Credito Romagnolo. Per le sue buone ed interessanti intenzioni Albino Luciani divenuto 'Ioannes Paulus I' può senz'altro essere considerato un pontefice da santificare.

In pratica, una società ristretta ha saputo superare in astuzia un Patriarca di Venezia gesuita e molti Cardinali spogliandoli d'importanti cimeli storici e denari reali, e non fu la prima volta nella cronaca dell'Ordinariato Militare Cattolico che l'imperatore massimo (pontefice) rubasse beni consistenti e reperti archeologici ai suoi generali quei templari aiutato e in combutta del suo primo agente militare Templare il re! Leggere il Processo ai Templari, in sintesi - Clemente V, nato Bertrand de Got (Villandraut, 1264 – Roquemaure, 20 aprile 1314), fu il "195º Papa" dal 1305 alla morte. È passato alla storia per aver soppresso l'ordine dei Templari (1307), per aver spostato la Santa Sede ad Avignone e per aver confiscato il patrimonio ai suoi cavalieri templaristi (pagani).

<Ne pigliò fondamento la voce popolare, accolta anche da Giusto Lipsio e da altri scrittori, che il gran maestro Jacques de Molay (1243 – Parigi, 18 marzo 1314), nel punto di salire al rogo, citasse al tribunale di Dio entro quaranta giorni il papa, entro l'anno il re (1). Ed il caso permise che le tremende profezie s'avverassero: che Clemente V e Filippo il Bello sopravvissero poco all'eccidio dei Templari. Un cavaliere napoletano arso a Bordeaux, citò pure il pontefice e il re al tribunale dell'estrema giustizia e della storia>>. Tratto in 'Fratellanze Segrete', di Giovanni De Castro, 1930, Edizioni Athena - Milano.

Ma quel fatto grave, vale a dire l'azione di condannare al rogo soldati e agenti segreti pontifici che erano andati in 'missione evangelica' in Africa e in Asia intorno l'anno mille per conto del loro imperatore il capo non fu delitto che poteva passare senza conseguenze, infatti, d'allora nel corso della storia la loggia regale neo-templare clericale cattolica ambrosiana perse guerre e potere anche se ciò non appare per il solo motivo che la stampa caduta e ancor ora posta sotto censura cattolica maschera i fatti realmente avvenuti circa la graduale riduzione all''esercizio di quel potere temporale aziendale cattolico. (...).

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