"Come si uccide una città"





16 Agosto 2007



"Come si uccide una città"


foglio di giornale del 1960



foglio di giornale del 1960
Fogli di un periodico, Agosto 1960: CIVILTA' DEL LAVORO. Cultura del Movimento Operaio
Cristiano. Ritrovato in un vecchio baule dimenticato da tempo in soffitta.


Come si uccidono una città e i suoi abitanti





Guarda caso, in un vecchio baule dimenticato in soffitta, alcuni fogli di giornale usati per foderarne il fondo, si sono rivelati documenti sorprendenti. Sembra proprio che nell'anno 1960, la civiltà cattolica stesse introducendo nella cultura sociale concetti di "New Age"!
Inutile affermare che ogni riforma proviene dal vangelo dell'amministrazione vaticana, ma almeno, nel 1960 le redazioni di quella stessa azienda, permettevano ai giornalisti brillanti d'esprimere i moti delle loro anime! Ora non più.

In quei tempi, secondo archivi fotografici e mnemonici, tanti bravi soldatini e soldatesse operaie erano impiegati dall'alba al tramonto in produzioni industriali. Queste tenerissime figure, erano figli e figlie di famiglie rurali strappate con inganno alla terra. In cambio di poche ore di libertà da passare fuori di gabbie industriali il sabato e la domenica, come compenso, cibo consumato in modo frugale e attività del tempo libero da passare intorno a chiese ed oratori parrocchiali. Unici luoghi dove le donne potevano sfoggiare gonne a ruota e sottogonne fruscianti di nylon strizzate in vita da alte cinture, nei nuovi suburbi cittadini. Nelle campagne, rimaste libere dagli insediamenti produttivi le nostre nonne indossavano zoccoletti e gonnelloni scuri con corpetti stampati a piccoli fiorellini. Gli uomini portavano larghi calzoni che terminavano una spanna sopra le caviglie e robusti scarponcini da lavoratori. Fu proprio in quel periodo storico che le acque dei fiumi iniziarono a rilasciare olezzi maleodoranti e colorazioni innaturali, in sostituzione di fragranze dei campi. Nello stesso periodo storico, le belle case e gli apprezzabili cortili lombardi risparmiati dai bombardamenti del II TRADIMENTO mondiale, erano del tutto rasi al suolo e sostituiti da spoglie case alveari popolari. Solo i giardini comunali e alcuni viali alberati di Tigli, potevano ancora condurre in qualche graziosa piazzola ove, nei giorni del Santo patronale le bande del paese e della città terminavano i percorsi delle processioni sostando a suonare malinconici motivi.

Non è passato neppure mezzo secolo d'allora, adesso le colate di cemento ricoprono ogni spazio dove l'occhio possa volgersi a 360°. Addio a tutti quegli esseri grandi, verdi e silenziosi che consolavano il nostro vivere quotidiano, addio alle case delle nonne e dei nostri sogni. Addio ai pochi ricordi che scaldavano il cuore. La riciclata cultura cristiana ha cancellato ogni cosa e, dall'alba fino a notte, agendo di nascosto sfrutta squadracce d'alieni impiegate per annullare tutto quanto d'umanamente gradevole potesse permetterci d'esistere. Ora anche la civiltà dei lavoratori è stata dimessa perché considerata, poco più che un grande esercito di mangiatori e mano d'opera assai costosa. Chi ancora rimane di questi sarà soppresso, lo stesso di notte e all'alba.

I bruti che commissionano quelle missioni di morte, lavorano sempre nell'ombra. Si mostrano al pubblico nella luce del giorno, travestiti con maschere di santità, rivestiti di porpora e croci d'oro tempestate di mirabili pietre della terra. Modulando voci tremule, giudicano sempre in nome dell'Altissimo. Circondati dalle schiere di quelli che erano meravigliosi esseri in possesso di fiamme ardenti del divino, uomini ora caduti in disgrazia e ricattati perchè ricattabili. (...). Cortigiani d'abominevoli senz'anima, non sapete che i vostri errori, sono invece considerabili come ciò che potrebbe essere senz'altro perdonabile giacché peculiare caratteristica umana: grevi fardelli che sono parte d'ogni bagaglio terreno! Siete ancora in tempo per ravvedervi e salvare fratelli e sorelle della specie umana, coraggio! Nessuno potrà "scagliare la prima pietra" contro di voi ridotti ora a meschini.
E voi "cari colleghi/e Terrestri", tontoloni, adesso, lo avete capito chi è in realtà il contingente dei nostri aguzzini?

Zoe Bless



Trascrizione da brandelli di giornale:

CIVILTA' DEL LAVORO

Anno III - Numero 8- Agosto 1960
Direzione Redazione Amministrazione. Varese Piazza Beccaria, 1.
Una copia lire trenta.



Periodico di cultura del movimento operaio cristiano

Agosto 1960

COME SI UCCIDE UNA CITTA'
Inchiesta di Robi Ronza

Una città non è soltanto un aggolomerato di case, un
insieme di vie e di piazze, ma una "cosa viva", il
centro di interessi umani, dove vivono,
migliaia di uomini.
Quando si devasta una Città, si attenta direttamente
all'uomo, alla sua spiritualità, alla sua socialità.
Una Città si può uccidere quando da ambiente di
convivenza fatto su misura dell'uomo la si trasformi
in un luogo squallido e oppressivo di forzata residenza.


Veramente un moto di rabbia colpisce quei varesini - che senza tanta retorica ma sul serio, si preoccupano della bellezza della Città - alla sua vita di quella che la stampa locale definisce "l'imponenete risveglio edilizio" di Varese (qualcosa come chiamare "grandioso spettacolo di fuochi artificiali" un bombardamento aereo).

Rabbia nel veder distruggere miopemente il verde, grande ricchezza della Città; rabbia nel vedere ricostruire così male, guidati soltanto dall'ansia d'intascare denaro "fregandosene" (è il caso di dire "fregandosene"), la vista dell'utile immediato, dell'utilità comune, presente e futura; rabbia nel constatare l'acquiescenza delle autorità preposte alla tutela della comunità; rabbia nel verificare un'altra volta l'assenza di una stampa a vasta tiratura in Provincia che voglia servire la verità senza lasciarsi irretire dalla paura di "compromettersi".

Non sono mai stato un difensore delle retoriche giovanili, dei giovani che gridano "Tutto il mondo è da rifare e, lo rifaremo noi"; tuttavia nel vedere la Città totalmente o quasi, priva di una classe colta responsabile e, soltanto un pochino, coraggiosa non posso non cadere nella tentazione di sperare che i giovani che sorgono siano migliori di coloro che oggi dominano Varese. Brutta impresa davvero cercare d'essere migliori in un tempo dove un'auto di grossa cilindrata val più dell'onesto, ma da tentare io credo. D'altra parte si è incerti nel condannare severamente; talvolta non si può dubitare che non si tratti tanto di malafedequanto di sensibilità a problemi culturali come sono... ... ...

IL MUSEO DEGLI ORRORI

- Distruzione del parco di Villa Tamagno in Via Borri. Lo smantellamento è iniziato da tempo; ora si stà concludendo con l'erezione di un bel fabbricato sul prato antistante alla villa omonima. L'operazione è conclusa.
Distruzione del parco Grassi in Viale Milano: il parco è stato completamente abbattuto, salvo un angolo. Al suo posto è sorto uno dei più begli esempi di palazzo d'abitazione uso-penintenziario ispirato ad un mucchio di scatole di scarpe che siano mai costruiti. Un monumento alla speculazione edile. Ora... che hanno. Il palazzo ha irrimediabilmente rovinato il quieto armonico carattere secentesco della Piazza della Canonica schiacciando i palazzetti adiacenti con un edificio che se fosse anche bellissimo, starebbe nella zona come un soldato romano in una base di razzi interplanetari. Ma temiamo che preoccupazioni estetiche che non debbano avere quei progettisti; se risponde a verità il fatto che il progetto originale contemplava la costruzione di un edificio alto quanto il campanile con la bella scusa che "avrebbe fatto da pendant col campanile". Per questa costruzione le autorità si trincerano dietro l'autorizzazione del Sovraintendenza delle Belle Arti; ma sappiamo benissimo che la Sovraintendenza di Milano non ha sempre tempo di occuparsi della nostra Città, dovendo difendere, in due terzi della lombardia, opere ben più importanti con i pochi mezzi che ha a disposizione. E' il Comune che deve assumere un atteggiamento fermo per salvare il salvabile. Concludo l'elenco degli orrori con i palazzi che stanno sorgendo in Via San Pedrino dove prima c'erano giardini. L'altezza è come al solito la massima possibile per poterci guadagnare su; l'estetica (come al solito) è dimenticata. Nel costruirne uno è stato spazzato via (per far posto alla rimescolatrice del calcestruzzo) il cosiddetto Pozzo di San Pedrino - cui era legato una vecchia leggenda. Siccome nel luogo del pozzo non si è edificato, era proprio necessario distruggerlo? Bastava mettere altrove la rimescolatrice.

Prima di concludere un breve accenno al spirlungone che è stato tirato su alla Motta per rovinare anche quella vecchia zona; è un casone alto, alto con un tetto da villetta inglese; è cresciuto prima che facessere in tempo a togliergli il cappelluccio da bambino.

NASCE IL MILAZZISMO ARCHITETTONICO

Ma accanto ai progetti eseguiti (fra cui la Chiesa della Brunella, che una rivista ha citato quale esempio di come "non" si deve costruire una chiesa moderna) ci sono i progetti futuri. Fra questi l'erigenda nuova sede della Banca d'Italia in Via Bernascone, su progetto del Piacentini, evviva! ... ... ...



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